Giovanni Maria Benzoni, 1809-1873
Picchetti Lorenzo
Officina Libraria srl
Milano, 2099; paperback, pp. 304, cm 17x24.
(Saggi in Officina. 1).
series: Saggi in Officina
ISBN: 88-3367-107-0 - EAN13: 9788833671079
Subject: Essays (Art or Architecture),Monographs (Sculpture and Decorative Arts),Sculpture
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Extra: Neoclassicism
Languages:
Weight: 0.65 kg
Giunto a Roma nel 1828 grazie al sostegno del suo primo mecenate Luigi Tadini, dopo aver frequentato l'Accademia di San Luca e dopo un breve apprendistato presso lo studio di Giuseppe de Fabris, Benzoni avviò nel 1832 il suo studio in via di Sant'Isidoro, presto trasferito in via del Borghetto 75; nell'arco di quarant'anni, impiegando nei momenti di massima attività più di cinquanta aiuti, licenziò più di duecento opere (molte delle quali furono più volte replicate) destinate ad una committenza tra le più eterogenee e geograficamente estese. Dopo essere stato per oltre un decennio lo scultore di riferimento della cultura bergamasca (realizzando, oltre a numerose opere di destinazione privata e alla serie di busti per l'Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti, il Monumento alla Pace per la nuova sede della Biblioteca Civica), Benzoni seppe rivolgersi ai più prestigiosi committenti europei come lo zar Nicola I, Elisabetta d'Austria e Vittorio Emanuele II, e divenne, anche grazie alle sue qualità di ritrattista, uno degli scultori più richiesti dai sempre più numerosi viaggiatori americani in visita a Roma.
La produzione di Benzoni è ricostruita a partire dal più completo degli album fotografici (quello oggi conservato presso la Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo) che lo scultore donava a collezionisti e amici (nel carteggio sono ricordati esemplari donati a Margherita di Savoia, all'Imperatrice di Russia Maria Aleksandrovna e all'amico bergamasco Giovanni Pezzoli) come testimonianza del suo operato. Questa scelta consente di porre in rilievo la peculiarità di questa pratica e di recuperare la modalità prediletta dallo stesso Benzoni per tramandare la memoria della sua opera.