Conservare la retta volontà. L'atto morale nelle dottrine di Filippo il Cancelliere e Ugo di Saint-Cher (1225-1235)
Il Mulino
Bologna, 2013; paperback, pp. 248, cm 15x20,5.
(Pubblicazioni dell'istituto per le scienze religiose - Bologna. 51).
(Ist. per le scienze Religiose. Bologna. 51).
(Ist. per le scienze religiose-Bologna).
series: Pubblicazioni dell'istituto per le scienze religiose - Bologna
ISBN: 88-15-24453-0
- EAN13: 9788815244536
Subject: Historical Essays
Period: 1000-1400 (XII-XIV) Middle Ages
Languages:
Weight: 0.31 kg
La riflessione sulla natura della libertà e del libero arbitrio è un tassello fondamentale nel percorso storico di "scoperta" della soggettività. Agli inizi del XIII secolo il profondo mutamento del quadro politico, economico e religioso europeo sposta su questi temi l'attenzione degli uomini di cultura. In particolare tra i teologi si fa strada il problema del rapporto fra i contenuti della "sacra pagina" e della dottrina della Chiesa e una realtà segnata da un profondo dinamismo testimoniato dalla nascita di università e ordini mendicanti. In particolare lo "studium" parigino, fra il 1225 e il 1235, è teatro di una discussione sull'atto morale che ambisce ad assorbire i contenuti dell'etica aristotelica e della tradizione patristica greca in un quadro dottrinale che risale ad Anselmo d'Aosta e Abelardo e alla loro rilettura di Agostino e dei Padri delia Chiesa. Attraverso le due maggiori opere teologiche composte in questo arco temporale, la "Summa de bono" di Filippo il Cancelliere e il "Super quatuor libros Sententiarum" del domenicano Ugo di Saint-Cher, è possibile ripercorrere le tappe di questo tentativo di costruire una visione unitaria il cui risultato è quel nuovo lessico morale poi adottato da autori come Alberto Magno, Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso d'Aquino.