La gamba perduta. Iconografia e culto di S. Sebastiano a Ferrara, a Bondeno e nel territorio ferrarese
Scardino Lucio
Liberty House
Ferrara, 2008; paperback, pp. 92, 56 b/w plates, cm 17x24.
(Nuovo perimetro italiano. Storia, arte, letteratura. Collana diretta da Daniele Biancardi e Giovanni Negri).
series: Nuovo perimetro italiano. Storia, arte, letteratura
Subject: Essays (Art or Architecture)
Period: All Periods
Places: Emilia Romagna
Languages:
Weight: 0.3 kg
Le varianti introdotte dal XV secolo, nonché la fortunata ricezione fino al XVIII secolo dell'autorevole Legenda aurea di Jacopo da Varagine, hanno consentito l'adozione del soggetto anche da parte di artisti più recenti. Solo per citarne uno, negli anni Trenta-Quaranta Filippo de Pisis tornò più volte in pittura al rapimento mistico del santo martire, vittima nel III secolo della furia persecutoria di Diocleziano. Scardino ripropone a pagina 81 una ripresa fotografica dove il pittore è ritratto nel momento in cui a sua volta ritrae con olii e pennello un giovane modello in perizoma legato ad un albero, con postura e attributi molto somiglianti a quelle della tradizione iconografica, se si eccettua la brillantina ben spalmata sui capelli. In epoca ancor più recente, lo stesso San Sebastiano è stato "recuperato" dalle frange cólte del movimento gay per tematizzare le pene derivanti dalla discriminazione che colpisce gli omosessuali. Né va dimenticato che proprio il Perugino nel 1487 fu condannato dal Consiglio dei Dieci di Firenze per aver conferito al San Sebastiano oggi all'Ermitage, l'espressione di un'estasi fin troppo sensuale, prestando il fianco ai deliri dei moralizzatori savonaroliani del suo tempo. Attento agli orientamenti discriminatori della società, Lucio Scardino dà prova in questo libro di saper coniugare il suo sapere con lo studio dei differenti simboli dell'agiografia ufficiale, interpretandoli in relazione all'evolversi dell'iconografia e al mutamento del costume.