Manifattura Tabacchi. Cotonificio Veneziano
Sega Maria Teresa - Filippini Nadia Maria
Il Poligrafo
Padova, 2008; paperback, pp. 160, b/w ill., cm 15x21.
(Novecento a Venezia. Le memorie le storie. 13).
series: Novecento a Venezia. Le memorie le storie
ISBN: 88-7115-592-0 - EAN13: 9788871155920
Subject: Historical Essays,Societies and Customs
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Places: Italy,Venetian,Venice
Languages:
Weight: 0.36 kg
Il suo primo insediamento, risalente al 1786, andò ad occupare un'area libera, allora estrema periferia della città, situata in luogo detto "cao de zirada". Nel progetto originario la Manifattura ha un carattere di villa veneta con barchessa - gli edifici in pietra chiudono un ampio cortile, utilizzato per asciugare le foglie di tabacco al sole.
Tra Otto e Novecento acquista l'aspetto di area industriale moderna e razionale: vi lavorano 1500 persone, operai comuni, ma anche artieri, falegnami, carpentieri, fuochisti - soprattutto moltissime giovani donne, le "tabacchine".
La fabbrica sarà per gran parte del Novecento il terreno di lotte operaie e simbolo dell'emancipazione femminile, a lungo radicato nell'immaginario cittadino. Questo complesso sistema si manterrà quasi inalterato fino agli anni Sessanta, quando subentreranno tempi di crisi, culminati più tardi nel Decreto con cui il Ministro delle Finanze, il 1° gennaio 1997, cessava l'attività della Mani fat tura Tabacchi. L'intera area sarà ora destinata ad ospitare una "Cittadella della giustizia", dove saranno trasferiti i tribunali veneziani.
COTONIFICIO VENEZIANO.
Quando sorse, nel 1882, il Cotonificio Veneziano si presentava come un edificio raffinato e maestoso - la più alta fabbrica della città prima del Molino Stucky, ma anche il simbolo di una fase di industrializzazione che, tra Otto e Novecento, vedeva lo sviluppo di ambiziosi progetti e, insieme, l'emergere di aspri conflitti sociali. Se, con il bombardamento che nel 1916 ne distruggerà un'intera ala, il Cotonificio è l'emblema delle sofferenze patite durante la Grande guerra, la sua rinascita negli anni Venti segnerà il breve riscatto dei ruggenti "anni del Leone". Con il secondo dopoguerra, inizierà un'altra storia: prima il declino inesorabile, fino alla chiusura, nel 1972, poi un decennio di abbandono fino a quando quello che era un monumento di archeologia industriale viene acquisito dallo Iuav: la fabbrica terminava la propria parabola diventando università.