Il design Cartier visto da Ettore Sottsass
Sottsass Ettore
Skira
Milano, Palazzo Reale, October 10, 2002 - January 12, 2003.
Milano, 2002; paperback, pp. 296, 545 col. ill., cm 20x27.
(Design e Arti Applicate).
series: Design e Arti Applicate
Other editions available: English Edition (ISBN: 88-8491-258-X).French Edition (ISBN: 88-8491-321-7).and German (ISBN: 88-8491-322-5).
ISBN: 88-8491-310-1 - EAN13: 9788884913104
Subject: Collectables (Antiquities, Rarities and Oddities),Collections,Design,Jewellery (Jewels, Precious Metals)
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period
Places: No Place
Languages:
Weight: 1.49 kg
Appena varcata la soglia dopo aver oltrepassato la galleria dei ritratti in gigantografia di alcune delle più celebri clienti di Cartier, vi troverete in uno spazio scuro, di fronte a bacheche simili agli altarini di un luogo sacro, illuminati dal luccichio dei diamanti e dalle altre pietre preziose che esaltano le forme pure dei gioielli di straordinaria bellezza: signori qui è di scena l'eleganza dello stile senza tempo, il lusso incanta lo sguardo degli emotivi, e chi non lo è?
Ettore Sottsass è il regista di questa insolita performances, il maestro del design italiano è noto anche nell'ambito della comunicazione visuale e lo conferma con l'allestimento dei tesori della Maison francese, fondata nel 1847 da Louis François Cartier che raggiunge fama internazionale sotto la direzione di Jacques Cartier dai primi anni del Novecento.
Il designer ha selezionato personalmente più di mille oggetti nella sezione ginevrina della "Collectin Art de Cartier", puntando sull'assoluta perfezione formale e cromatica sull'assemblaggio e il taglio dei materiali. Sottsass ha detto nella conferenza stampa "Non sono interessato all'importanza sociale o al valore materiale dei pezzi. Ho fatto la mia scelta sulla base dei colori e della qualità del design".
Il maestro, è un ragazzo nato nel 1917, simbolo del "nuovo design" sviluppato con il "Gruppo Memphis", da lui fondato negli anni Ottanta, che si distingue per la classe della sua ironia pungente e una modestia grandiosa.
In conferenza stampa ha dichiarato di essere stato sedotto dalla bellezza dei tesori e di non aver fatto niente di speciale, evidenziando la creatività e lo stile della Maison attraverso pezzi significativi. Dice di aver fatto quello che era giusto fare: puntare l'obiettivo sul design.
Sottsass per l'occasione ha scelto un allestimento non storicistico, né cronologico, permettendo agli oggetti di porsi come autentiche opere d'arte per stupire il visitatore con gli effetti del design dei tesori Cartier.
I tesori sono raggruppati nelle apposite bacheche a fondo scuro, per soggetti e forme (animali, fiori, l'Oriente, il gusto Déco) sempre con i faretti puntati sulla bellezza formale dei materiali.
Seguirete un percorso estetico, che parte dall'emozione di assistere allo spettacolo dei diamanti, come la quintessenza dell'eleganza, con i primi tre pezzi degli inizi del Novecento, per continuare a stupirvi con la bellezza degli oggetti più piccoli di epoche diverse; lasciando al pubblico il gusto della sorpresa di scoprire, forse per la prima volta, l'eleganza di una scatoletta o di un altro oggetto realizzato con materiali di qualità.
V'incanteranno orologi, gioielli e diversi accessori, oggi "inutili", come vanity-case e portasigarette in oro, onice o laccati di nero, ornati con diamanti, zaffiri, lapislazzuli, corallo o bocchini in platino e diamanti; l'accostamento dei materiali in auge nel periodo Déco, quando le signore stile "Anni Venti" ballavano, fumavano e si ritoccavano il trucco in pubblico dopo essersi scatenate al ritmo frenetico del Charleston.
In silenzio assisterete al dialogo dei materiali e seguirete, idealmente i percorsi delle forme che disegnano stili di epoche diverse; ammantati dal buio vi abbandonerete al piacere della bellezza, purificata da retoriche nozionistiche.
Tra i pezzi indimenticabili spiccano la "Pendola Elefante" creata per il maharagià di Nawanagar, il collier "Tutti i Frutti" appartenuto a Dasy Fellowes, presidentessa della Society of London Fashion Designers (1936), inoltre come testimonianza del gusto "animalier", segno distintivo della maison Cartier, troverete il celebre occhialino "Pantera" della duchessa di Windsor, i binocoli da teatro "Tigre" realizzati per la stessa divorziata più invidiata d'America e le inconfondibili pantere di diamanti incastonate in bracciali e collier indescrivibili.
La mostra itinerante arriva dal Vitra Museum di Berlino ed è "glocale", la prima che fonde identità locale con la cultura europea, allineando Milano agli eventi internazionali per due ragioni, la prima è che attraverso il gioiello si recupera l'importanza dell'arte applicata agli oggetti, non più considerata minore, sottolineando l'identità della Milano, capitale di design, in questo caso rappresentata da Sottsass. La seconda è che la bellezza, valore universale, è qui rappresentata dai preziosi Cartier, che illustrano 150 anni dell'evoluzione dello stile europeo, anche attraverso alcuni suggestivi ingrandimenti dei bozzetti preparatori dei gioielli, messi lì come manifesti che celebrano l'arte grafica.
Insomma non si tratta della solita mostra di gioielli noiosa e autocelebrativa, interessante solo per gli antiquari o i gioiellieri, ma di una contemporanea "performances degli oggetti" che inscenano l'indiscutibile fascino della creatività, alla base dell'arte e delle molteplici applicazioni.