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Gioacchino Assereto e i Pittori della Sua Scuola

Libro Co. Italia

Soncino, 2011; bound in a case, 500 b/w and col. ill., 150 col. plates, cm 34x24.

ISBN: 88-97684-00-9 - EAN13: 9788897684008

Subject: Essays (Art or Architecture),Monographs (Painting and Drawing),Painting

Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance

Places: Ligurian

Extra: Baroque & Rococo

Languages:  italian text  

Weight: 6.22 kg


Formatosi fin da giovanissimo ad una pratica dal "naturale" e interessato al dato di verità e al lume caravaggesco già dagli anni venti, è presumibile che Assereto a Roma sia andato a ricercare opere del Merisi e dei suoi eredi, dai quali già conosceva i dipinti esposti in collezioni e chiese genovesi; sensibile agli "affetti", potè confrontarsi con nuovi testi di forte impatto espressivo ed emozionale. Ebbe probabilmente agio di visitare quel "mirabile teatro caravaggesco" che era il palazzo dove fino all'anno precedente era vissuto Vincenzo Giustiniani - morto nel 1638 - e di studiarne le ricche collezioni, con le tele del Caravaggio ( ben quindici nell'inventario del febbraio 1638), di Gerrit van Honthorst, Joachim von Sandrart, Dirck van Baburen, Bartolomeo Manfredi, Simon Vouet, Jusepe de Ribera, Nicolas Poussin, e con le ricchissime raccolte di scultura e reperti antichi. Ebbe forse accesso anche alla collezione di Ottavio Costa, morto nel gennaio del 1639, committente fra gli altri del Caravaggio, di Valentin, Vouet, Reni. Da un simile atteggiamento testimoniano le tele che possiamo collocare dopo l'esperienza romana.
Prima della partenza per Roma ebbe probabilmente occasione di incontrare il Grechetto, documentato a Genova nel febbraio 1639, dopo un lungo soggiorno nella città pontificia dove era stato legato al fertile ambiente neoveneto e classicista di Nicolas Poussin, Pietro Testa, Pier Francesco Mola. É possibile che, tramite il Grechetto, Assereto sia stato introdotto in quella cerchia di artisti gravitanti, proprio in quegli anni di fine decennio attorno all'interessante figura di Cassiano dal Pozzo. Osservando l'evoluzione in senso pittorico ed essenzialmente barocco che Assereto seppe imprimere alla sua pittura negli anni quaranta, mi sembra fuor di dubbio che sia stato per lui molto significativo l'incontro a Roma, con la cultura neoveneta e con l'opera di Pietro da Cortona. Già da tempo sensibile al richiamo del colore, il Cortona era allora impegnato negli affreschi della volta del salone di Palazzo Barberini che, nel settembre del 1639, lui stesso disse quasi ultimati e già in parte liberi da ponteggi.

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