Riflessi di bioarchitettura
Ugo Sasso
Alinea Editrice
Firenze, 2007; paperback, pp. 344, cm 14,5x20.
(Bioarchitettura. 4).
series: Bioarchitettura
ISBN: 88-6055-111-0 - EAN13: 9788860551115
Subject: Architects and their Practices,Design,Essays (Art or Architecture)
Period: 1960- Contemporary Period
Places: No Place
Languages:
Weight: 0.66 kg
Si tratta di un fenomeno che ha consumato, in maniera quasi sempre irreparabile, un patrimonio variegato quanto a contenuti: naturalistico ed ambientale, estetico, sociale, umano, relazionale. A questi fattori oggi si può aggiungere, pericolosamente, un terzo: il progresso tecnologico. Dinanzi a questo quadro, che certo non è solo italiano ma che in Italia appare particolarmente grave, preoccupante e singolarmente stridente con la sua lunghe e nobili tradizioni culturali, occorre acquisire una consapevolezza della necessità di invertire un trend che dura ormai da troppo tempo. Il problema è innanzitutto quello di arrestare lo scempio della natura, di salvaguardare il paesaggio, di tornare ad una esteticità di stilemi e ad una gradevolezza di contesto nell'edificazione civile e pubblica, tale da rispondere ad intuibili esigenze di elevazione spirituale, culturale e sociale della popolazione. Il problema è anche quello di una maggiore sensibilità alle inderogabili esigenze poste dall'ecologia:nel contesto territoriale, nell'aria e nelle acque, nei materiali da costruzione, nello sfruttamento delle risorse energetiche naturali e rinnovabili. Di qui dunque l'esigenza di pensare una architettura per la sostenibilità, che non può essere solo frutto di impegno tecnico ma deve essere il risultato di un convergere di saperi e di esperienze. In altre parole, è necessario che i professionisti del settore, i progettisti in particolare,acquisiscano più alti livelli di consapevolezza dei problemi accennati e si aprano a forme imprescindibili di collaborazione interdisciplinare. Organizzare lo spazio, gestire le risorse, ottimizzare le energie, scegliere i materiali, prestare attenzione alle necessità dell'individuo non preso singolarmente ma nella rete di relazioni sociali in cui è inserito e che sono necessarie alla qualità della sua vita: tutto questo postula un impegno che prima ancora di essere concreto e praticamente fattivo, formi una sensibilità ed una cultura. Dunque il compito di rendere più vivibili gli ambienti urbani, così come l'architettura più attenta ai veri bisogni della società, impone che i percorsi formativi dei professionisti del costruire per l'uomo siano integrati da competenze nuove e forti, quali quelle in materia di sociologia urbana, di bioetica e di biogiuridica. A ben vedere, infatti, queste discipline, di nuova o nuovissima generazione, permettono di riportare l'etica della vita al centro dell'architettura, facendo in definitiva riscoprire a questa le ragioni più profonde della sua vocazione. In tale prospettiva pertanto è da auspicare un impegno di ricerca innanzitutto, ma poi una congrua ricaduta nel campo della formazione. Paradossalmente, ma a ben vedere non tanto, si potrebbe concludere dicendo che quanto più una società è tecnologicamente avanzata, tanto più si richiede in essa un supplemento di saperi umanistici.