Sven Marquardt Götterdämmerung
Viola Eugenio - Debandi Enrico
Skira
Torino, Palazzo Saluzzo Paesana, 9 Novembre 2014 - 12 Gennaio 2015.
Italian, English and German Text.
Milano, 2014; paperback, pp. 118, 65 col. ill., col. plates, cm 24,5x28.
(Cataloghi).
series: Cataloghi
ISBN: 88-572-2665-4 - EAN13: 9788857226651
Subject: Collections,Photography
Period: 1960- Contemporary Period
Languages:
Weight: 0.656 kg
La mostra prende il titolo da "Il Crepuscolo degli Dei", in tedesco Götterdämmerung, un'espressione impropria ma usuale nella mitologia nordica, utilizzata per indicare la fine del mondo, il giorno fatale della grande catastrofe, la battaglia finale degli Dei contro oscure potenze avversarie che li annientano. Alla fine del XIX secolo Richard Wagner rielabora questa saga nel testo del suo dramma musicale Die Götterdämmerung, la quarta parte della celebre tetralogia de l'Anello del Nibelungo, che rappresenta la summa della concezione estetica del grande compositore, evocatrice di drammi umani e mitici, di amori sublimati, di ritorno a un leggendario passato eroico. In un contesto completamente diverso, Luchino Visconti recupera l'impeto wagneriano ne La Caduta degli dei (1969), film in cui innesta, sullo sfondo delle tragiche vicende di una famiglia di industriali, gli Essenbeck, la storia dei due anni tedeschi del destino: il 1933-1934, che vedono la fine di un mondo e l'inesorabile ascesa di Hitler al potere.
"Sven Marquardt, come Wagner", commenta il curatore Eugenio Viola, "non concepisce il mito come passato inverato dalla storia, ma come presente che si presta a spiegare il passato, infondendo nei suoi personaggi malinconici, antieroi silenti di un Olimpo ormai dissoltosi per sempre, uno spirito universale in cui l'angoscia degli antichi Dei si identifica con le nostre angosce, le nostre passioni, i nostri stessi ideali. I suoi ritratti, caratterizzati da un'acuta introspezione psicologica, giocano su un'idea d'impermanenza e sembrano suggerire significati ulteriori, al di là della patina rassicurante delle composizioni ben calibrate e caratterizzate da un uso sapiente del bianco e nero, fortemente chiaroscurato".
"Il doppio percorso espositivo della mostra è concepito per creare un itinerario carico di suggestioni, interagendo con le particolarità strutturali delle due sedi individuate, convenientemente ubicate a 800 metri di distanza l'una dall'altra", continua il curatore Enrico Debandi. "Nell'Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo Paesana troveranno spazio opere di grande formato, sontuose e dal contenuto edonistico, allestite seguendo un criterio di quadreria barocca, mentre nell'ex Cimitero di San Pietro in Vincoli, e in particolare nelle sue cripte - aperte al pubblico per la prima volta in questa occasione - saranno presentate le fotografie che raccontano la Berlino underground e oscura, cara alla poetica dell'artista".
Oltre alle 60 opere esposte nelle due sedi di mostra, una ulteriore opera dell'artista sarà esposta nella lobby dell'hotel Golden Palace per tutta la durata dell'evento.
L'accoglienza dei visitatori presso le due sedi espositive sarà realizzata in partnership con l'Istituto Europeo di Design (sede di Torino), che offrirà agli studenti del Corso di Fotografia della Scuola di Visual Communication dello IED la possibilità di confrontarsi con il lavoro dell'artista e con la sua fruizione da parte del pubblico.
In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo monografico trilingue - italiano, tedesco, inglese - edito da Skira, ad oggi il più completo sul lavoro di Sven Marquardt.
Sven Marquardt (Berlino Est, 1962) vive e lavora a Berlino. Si forma come aiuto operatore alla DEFA (gli studi cinematografici di proprietà pubblica della RDT) dove, collaborando con il fotografo Rudolf Schäfer, figura iconica della Germania Est, inizia nei primi anni Ottanta la sua carriera, pubblicando le sue prime fotografie sui periodici "Der Sonntag" e "Das Magazin". Parallelamente al lavoro di fotografo di moda, Marquardt inizia a documentare la scena underground di Berlino Est. Dopo la caduta del muro, Marquardt si immerge nella club-culture magmatica della capitale riunificata e smette per alcuni anni di fotografare. Successivamente ricomincia a lavorare con la fotografia, sia proseguendo la sua ricerca personale sia nel mondo della moda (sue le campagne fotografiche per Levi's, realizzata durante la Fashion Week di Berlino nel 2011, e nel 2014 per Hugo Boss). Dal 2007 Sven Marquardt contribuisce in maniera significativa alla definizione dell'immagine dell'etichetta discografica "Ostgut Ton" del Berghain. Le sue fotografie sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in Germania e all'estero.