Cattivi selvaggi. Come decostruire gli stereotipi sulle popolazioni indigene e perché ci riguarda
Eris
Torino, 2024; paperback, pp. 64, cm 11x17.
(BookBlock).
series: BookBlock
EAN13: 9791280495686
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Weight: 0.1 kg
Quando si parla di popolazioni indigene, si sente l'argomento come qualcosa di lontano e che non ci tocca. Eppure la questione interessa circa 5 mila popolazioni per un totale di 370 milioni di persone sparse per tutti i continenti del pianeta Terra. Nei loro confronti si usano ancora termini umilianti, razzisti e discriminatori. È invece fondamentale che questa tematica faccia parte dei nostri orizzonti perché ha a che fare con le lotte per la terra, con un serio percorso decoloniale, con l'ecologia, l'estrattivismo e la presa di coscienza delle connessioni che ci sono tra l'esplorazione dei territori indigeni e l'Europa. Il testo si concentra sul continente americano e nello specifico sulle lotte, le rivendicazioni e i temi che girano attorno alla questione indigena brasiliana. Dobbiamo sempre ricordare che quando vediamo il "polmone del mondo che brucia" mettendo in serio rischio il nostro futuro, non siamo noi i soggetti più a rischio, ma coloro che vivono lì, ovvero le popolazioni indigene stesse, che di quel polmone ci vivono. Includere la questione indigena nei nostri discorsi e portare la loro voce nelle nostre lotte è un'altro modo per dare supporto e comprendere che, senza di loro, la foresta amazzonica non ci sarebbe più. L'autrice decostruisce l'immaginario stereotipato basato sulle rappresentazioni letterarie coloniali di '500 e '600 e poi cinematografiche, come con il grande cinema Western o classici della Disney come Pocahontas. L'indigeno è il "selvaggio": "buono" quando si arrende al bianco colonizzatore, "cattivo" quando gli resiste. In Brasile dall'inizio del colonialismo si sono estinti migliaia di popoli indigeni, una violenza che si perpetua da secoli senza sosta, un genocidio infinito che ha lasciato segni indelebili nella società. Parliamo di popolazioni sterminate, schiavizzate (il Brasile è stato l'ultimo Stato del continente americano ad abolire la schiavitù nel 1988), cacciate dalle proprie terre per poter accaparrarsi le materie prime presenti nei loro territori, oppure assogettate tramite forme di assimilazione forzata alla cultura bianca dominante. Oggi la Costituzione brasiliana sancisce che le popolazioni indigene devono essere protette e avere i propri diritti e le proprie culture,che devono essere riconosciute e rispettate dalla nazione. Tuttavia le immagini dei roghi della foresta amazzonica ci dimostrano come la lotta per la terra e contro l'estrattivismo prosegua e quanto sia urgente conoscere e comprendere le loro lotte per diventare persone alleate, anche se ci troviamo dall'altra parte del mondo.