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Quinto Martini Scultore (1908-1990)

Aiòn Edizioni

San Miniato, Piazza Grifoni, November 6 - November 28, 2021.
Edited by Fagioli M.
Texts by Lucia Minunno and Eva Ricci.
Firenze, 2021; paperback, pp. 128, col. ill., cm 21x30.

ISBN: 88-98262-71-X - EAN13: 9788898262717

Subject: Collections,Essays (Art or Architecture),Monographs (Sculpture and Decorative Arts),Sculpture

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period

Languages:  italian text  

Weight: 0 kg


La Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato promuovendo e sostenendo la mostra Quinto Martini Scultore (1908- 1990), Maestro del Novecento, intende continuare il lavoro di ricerca e testimonianza nella cultura artistica del Novecento Toscano già avviato con la precedente esposizione su Bruno innocenti Scultore (1906-1986), realizzata nel 2011 a palazzo Grifoni, sede storica della Fondazione. Quinto Martini, nato a Seano (Carmignano) nel 1908, formatosi sotto l'attenzione vigile di Ardengo Soffici, ha percorso con la sua opera i momenti decisivi della scultura italiana del secolo passato e la sua vita artistica ha coinciso con questa storia. [...] L'incontro con Soffici avvenne dunque nel momento in cui il maestro, volte le spalle alla sua stagione futurista di avanguardia, promosse quel "richiamo all'ordine", inteso come riscoperta della grande tradizione italiana che trovava in Giotto e Masaccio i suoi momenti di valori assoluti. A questa tradizione guardò dall'inizio il giovane Martini che pratico anch'egli la pittura accanto alla scultura, che costituirà tuttavia l'asse portante della sua opera, facendo i conti prima con quella che fu chiamata la "moda etrusca", come attesta la straordinaria pietra-ritratto della Paesana, 1928. Successivamente, in una rilettura potente di alcune figure fondamentali della tradizione, egli guarderà alle assolute vette della scultura italiana quali Arnolfo di Cambio il cui forte influsso è documentato nella pietra La Sete, 1939, figura di donna inginocchiata alla fonte d'acqua, direttamente ispirata a quelle di Arnolfo nella Fontana di Perugia, e via via Donatello, il bronzo di Eva, 1938, Michelangelo come dimostrano i suoi marmi, La notte, 1939, e Leda col cigno, 1940, fino a Giambologna nei bronzetti di Nudi femminili degli anni 50, opere esposte nella nostra mostra. Tuttavia Martini, presente con le sue sculture in gran parte delle Biennali veneziane e delle Quadriennali romane prima e dopo la guerra, si volge con la medesima attenzione agli esempi decisivi della scultura europea, in particolare a Auguste Rodin e Artistide Maillol: del secondo, vide direttamente alla XIX Esposizione Biennale di Venezia nel 1934, in cui Martini era presente con la grande scultura in Terracotta Ragazza seanese, 1933-34, ora alla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti, il grande nudo mediterraneo in gesso Monumento a Cézanne e Venere in bronzo, presenti nella stessa Biennale. [...] Un rapporto elettivo lungo cinquanta anni ha legato Martini a San miniato e questa mostra antologica, la più grande dopo quella al Museo Marino Marini di Firenze nel 1999 e dopo quella prestigiosa del Museo Ermitage di San Pietroburgo del 2013, che segnò l'acquisizione di quattro grandi bronzi da parte del museo russo, intende celebrare tale duraturo legame. Dall'introduzione di Antonio Guicciardini Salini Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci