Speculum Dianae Magnificentiae. Incisioni e litografie del Lago di Nemi dal '500 all'800. Collezione Luigi Bartelli
Arti Grafiche Ariccia
Ariccia, 2006; hardback, pp. 205, b/w ill., tavv., cm 24x28.
Subject: Collections,Graphic Arts (Prints, Drawings, Engravings, Miniatures),Painting
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance,1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Places: Latium
Languages:
Weight: 1.21 kg
Il lago di Nemi è un piccolo bacino lacustre di origine vulcanica, situato nel territorio dei castelli romani, vicino all'omonimo paese, a sud di Roma. Il nome del lago ha ascendenze romane, deriva infatti da Nemus Dianae, un bosco sacro dedicato alla dea delle foreste e della caccia, a lei era anche dedicato un tempio che, in origine, sorgeva proprio sulle rive del lago che, proprio per questo, è stato soprannominato Speculum Dianae. I resti di questo tempio sono ancora visibili, non più sulle rive del lago, ma un po' più distanti, visto che la diminuita capienza del bacino li ha allontanati. La presenza di un tempio sulle rive del lago testimonia la sua funzione sacra e rituale, forse anche per questo motivo il luogo ha attratto nei secoli la curiosità di pittori e artisti provenienti da tutta Europa, che hanno rappresentato il lago nelle loro opere.
Oltre ai legami con la cultura religiosa dell'antica Roma, che gli hanno donato un fascino misterioso, il lago di Nemi ha rappresentato un modello estetico per la sua impareggiabile bellezza. La particolare collocazione geografica rende il paesaggio spettacolare ed unico, immerso tra la campagna dei castelli romani, da un lato, e la vista sul mare dall'altro. I numerosi artisti, le cui opere si possono ammirare nella mostra, hanno ritratto il lago e il paesaggio circostante dalle più svariate angolazioni, tra di loro anche qualche nome illustre, come Turner e Corot, ma le opere presenti appartengono ad artisti provenienti da tutta Europa, dalla Spagna, alla Francia, fino alla Russia e ai paesi scandinavi.
Baia grande. La pialassa Baiona ultima frontiera per una valle salmastra
Konrad. Per quanto un'oca allunghi il collo non diventerà mai un cigno