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I «Notturni» di Antonio Tabucchi

Bulzoni

Edited by A. Dolfi.
Firenze, Atti di seminario, 12-13 maggio 2008.
Roma, 2008; paperback, pp. 450, cm 16,5x23.
(Studi e Testi. Serie di filol. e letterat. 35).
(Studi e Testi. Serie di filol. e letterat. 35).

series: Studi e Testi. Serie di filol. e letterat

ISBN: 88-7870-353-2 - EAN13: 9788878703537

Languages:  italian text  

Weight: 0.73 kg


I notturni, il notturno: su un 'tema/genere' - o meglio luogo e 'contenitore' dell'immaginario - affascinante e complesso, che tanto intriga la cultura della modernità, Anna Dolfi ha invitato a riflettere sub specie Tabucchi, provocando un folto gruppo di studiosi a muoversi sul terreno dei sogni e dell'insonnia, della paura e del silenzio, dell''ombra dentro la luce e della lux in umbra, là dove tutto è incompiuto, sfumato e conosce le soglie, mentre parla dell'inquietante, ma forse proprio per questo anche del vero. E così che i saggi raccolti in questo libro, individuando e leggendo quanto nell'opera di Tabucchi sta nel cote notturno, noir, e si colloca, si potrebbe dire, dalla parte del ''rovescio'', si interrogano sulle declinazioni di un sema, sui raggiri e le vacanze del senso, sulle resistenze e le tentazioni, le evasioni e l'impegno, la letteratura e la vita, l''etica e la politica, su tutto quanto insomma, tra l'insonnia e la morte, l''irreversibile e la nostalgia, a partire da Piazza d'Italia conduce all'addio di Tristano. Senza dimenticare che, con i suoi personaggi, lo stesso scrittore si è spesso collocato dalla parte dell'ombra, inducendo i suoi lettori a porsi il problema del rapporto tra illusione e menzogna, essere e apparire, vita e arte...
Mentre vive sul confine tra realtà e finzione, tra disagio e utopia, mentre gioca a confondere sogni e realtà, Tabucchi con la sua voce da moralista moderno suggerisce anche che nell''estetica oggi ormai non è più questione di ritratti/autoritratti possibili né di possibile rappresentazione. La notte insomma (a dispetto dei margini) appare fatalmente contrapposta al giorno e su quello dominante; mentre nel notturno, a partire da 'pietre vere', comincia il gioco, delicato e infinito, delle maschere rivelatrici. Lo prova esemplarmente anche l'ultimo, inedito, racconto dello scrittore col quale si chiude il volume, là dove, nella trasfigurazione del quotidiano, la notte -una notte ampia, avvolgente, non dimentica dei grandi notturni romantico-simbolisti - si rende "presente": "Come può essere presente la notte. Si impone di sola presenza, fatta solo di se stessa, è assoluta, ogni spazio è suo, della stessa presenza del fantasma che sai che è lì di fronte a te ma è dappertutto, anche alle tue spalle, e se ti rifugi in un piccolo luogo di luce di esso sei prigioniero, perché intorno, come un mare che circonda il tuo piccolo faro, c''è l''invalicabile presenza della notte".

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