Contro il barocco. Apprendistato a Roma e pratica dell'architettura civile in Italia 1780-1820
Campisano Editore
Roma, Accademia Nazionale di San Luca, April 19 - May 19, 2007.
Edited by A. Cipriani, Consoli G. P. and Pasquali S.
Roma, 2007; paperback, pp. 568, b/w ill., cm 21x27.
(Storia dell'Arte).
series: Storia dell'Arte
ISBN: 88-88168-27-3 - EAN13: 9788888168272
Subject: History of Architecture
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance
Places: Rome
Extra: Baroque & Rococo
Languages:
Weight: 2.58 kg
Questo percorso fu particolarmente significativo anche per gli architetti italiani soprattutto tra il 1780 e il 1800, quando cominciarono a recarvisi in gran numero.
Dopo la cesura della Repubblica (1799), la scuola di Roma - così come si era consolidata - cessò di esistere in quella forma. Agli architetti italiani che avevano condiviso quella esperienza, le multiformi vicende politiche, che investirono tutti gli Stati Italiani nei venti anni successivi (1800-1820), dovevano però offrire straordinarie possibilità. Nuovi ordinamenti e amministrazioni statali offrirono loro una committenza di carattere pubblico, del tutto diversa da quella dell'Ancien Régime. Si sperimentano nuove forme per nuovi edifici, destinati all'abbellimento ed alla razionalizzazione della città: cimiteri, monumenti urbani, nuovi fori, passeggiate pubbliche, mercati e mattatoi.
Architetture e vicende di molti dei protagonisti coinvolti sono stati oggetto di studi e mostre nelle città investite dalla loro attività (es.: Foro Bonaparte, Milano), oppure nei luoghi dove tali protagonisti sono nati e, spesso, hanno lasciato per testamento le loro carte a scopo didattico (es.: Pistocchi a Faenza). Non è tuttavia mai stata sinora tentata una ordinata rassegna di quanti hanno condiviso in gioventù, tra il 1780 e il 1800, l'esperienza di Roma e quindi, nei venti anni successivi, hanno dato vita - ciascuno in una realtà locale diversa d'Italia - ad una architettura sostanzialmente omogenea: in forte polemica con il passato e tesa a costruire un linguaggio comune capace di esprimere una identità civile. Capace cioè, attraverso l'esperienza dell'antico, la frequentazione dei testi di Milizia e l'emulazione dell'architettura "rivoluzionaria" francese, di arrivare ad esiti progettuali di grande novità e coerenza.