I "primati" della scienza. Documentare ed esporre scienza e tecnica tra fascismo e dopoguerra
Casa Editrice Libraria Ulrico Hoepli
Edited by Paoloni G., Reali R. and Ronzon L.
Milano, 2018; paperback, pp. 160, cm 22x22.
(Saggistica).
series: Saggistica
ISBN: 88-203-8807-3
- EAN13: 9788820388072
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Places: Italy
Languages:
Weight: 0.77 kg
Il volume raccoglie i risultati delle ricerche condotte sulla "Raccolta documentaria dei primati scientifici e tecnici Italiani": documenti, oggetti, materiale bibliografico e giornalistico raccolti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche per la partecipazione dell'Italia all'Esposizione Universale di Chicago "A Century of Progress" del 1933. Questa raccolta, voluta da Mussolini e Guglielmo Marconi, rappresenta, per l'importanza dei protagonisti coinvolti, il contributo ideale della scienza e della tecnica italiane nel mondo e il loro ruolo durante il regime fascista. Un'occasione importante per il governo del tempo, impegnato a promuovere il CNR come soggetto coordinatore della politica della ricerca scientifico-tecnologica, al servizio della modernizzazione. Le vicende storiche della "Raccolta Documentaria" restituiscono l'immagine di un Paese ossessionato dalla modernità e dal progresso tecnologico come strumento di una politica di potenza ritenuta fondamentale in quegli anni così tormentati. Questa volontà propagandistica che coniuga divulgazione e rivendicazione dei "primati scientifici italiani" si declina però anche attraverso una serie di esposizioni che lasciano in eredità importanti realtà museali. La stessa "Raccolta Documentaria" dà origine nel 1937 a un Museo delle Scienze all'interno del nuovo palazzo del CNR a Roma e trova infine la sua definitiva collocazione, a partire dagli anni Cinquanta, nel Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, dove perde la connotazione originale e assume nuovi significati. Riflettere sulle vicende di questo patrimonio e sull'immagine pubblica della scienza nel Ventennio può contribuire a guardare a questa rappresentazione in senso meno retorico e più storico, con una prospettiva che vada oltre le categorie autocelebrative dei "primati nazionali" o del "pantheon della scienza" e abbracci nuovi percorsi interpretativi.