La riscoperta del Seicento. Aspetti della cultura italiana del Novecento e gli anni giovanili di Pietro Annigoni
Firenze, Villa Bardini, November 20, 2010 - March 27, 2011.
Firenze, 2010; paperback, b/w and col. ill., col. plates.
Subject: Monographs (Painting and Drawing)
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance,1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Places: Florence
Languages:
Weight: 1 kg
L'analisi critica sulla formazione e sugli anni giovanili di Annigoni offre l'occasione per approfondire un tema di grande rilievo per la cultura italiana del Novecento: la riscoperta del gusto seicentesco. Numerosi studi e alcune mostre hanno messo in evidenza l'attenzione che gli artisti attivi tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento hanno rivolto al Rinascimento. Con questa mostra si intende indicare come anche altre fonti furono di stimolo, e tra queste appunto il Seicento, non più letto come il secolo "buio", ma come continuazione della grande stagione dell'Umanesimo. In questo contesto si inserisce l'opera giovanile di Annigoni, artista pienamente partecipe del suo tempo. L'esposizione propone un'indagine sul tema della riscoperta novecentesca del Seicento, che ha avuto il suo vertice nell'ambiente culturale fiorentino, e si colloca cronologicamente dal tempo della formazione di Annigoni, allievo di Felice Carena, alla costituzione del gruppo "Pittori moderni della realtà". Nel 1922 veniva allestita a Firenze, a Palazzo Pitti, un'imponente mostra sul Seicento e il Settecento, con oltre mille opere distribuite in cinquanta sale; a Caravaggio, in particolare, era dedicata una sala impressionante, con le tele di San Luigi dei Francesi ed alcuni dipinti inediti appena acquisiti dalle Gallerie Fiorentine. L'approccio all'espressione dell'individualità umana e alcune caratteristiche formali delle opere esposte colpirono e stimolarono molto gli artisti contemporanei, come registrato da Ugo Ojetti, che nel catalogo osservò come importante "vantaggio della Mostra [...] il conforto dato ai pittori viventi". Numerosi artisti presenti alla coeva Esposizione Primaverile risultano chiaramente suggestionati dalle opere ammirate a Palazzo Pitti: si recuperano stimoli e spunti dal Caravaggio e dal naturalismo caravaggesco, dal gusto classico della scuola emiliana e romana, ma anche dai pittori spagnoli e olandesi. La mostra fiorentina sul Seicento costituì l'apice di un rinnovato interesse da parte di critici quali Roberto Longhi, Matteo Marangoni, Lionello Venturi, Pietro Toesca, Ardengo Soffici e Ugo Ojetti. Gli stessi critici contribuirono a innescare interessanti occasioni di confronto e suggestioni stilistiche o iconografiche anche in artisti operanti fuori della Toscana. Rilevante fu poi il dibattito critico sulla così detta "mania del Seicento", scatenato da De Chirico nelle pagine di "Valori Plastici".
In particolare a Firenze, oltre alla grande mostra di Palazzo Pitti, fu determinante il ruolo del colto collezionismo locale: non è un caso che nel presentare le opere dei maestri spagnoli della collezione Contini-Bonacossi, Roberto Longhi rivolgesse un appello agli artisti affinché, dal confronto con queste opere, risvegliassero la pittura contemporanea. Anche per il giovane Annigoni tale interesse verso il Seicento fu di stimolo. Nel percorso espositivo spiccherà dunque la sua miglior produzione di gusto secentista, rappresentata da nature morte, quadri di figura, paesaggi e frammenti di affreschi staccati. La rilettura critica delle opere di Pietro Annigoni, uomo del suo tempo, verrà a ricollocarlo in un preciso contesto artistico, testimoniato da opere significative di Primo Conti, Giannino Marchig, Felice Carena, Baccio Maria Bacci, Achille Funi, Carlo Socrate, Armando Spadini, Giorgio De Chirico, Gregorio Sciltian, Antonio e Xavier Bueno.