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Tra gotico e Rinascimento. Scultura in Piemonte. Catalogo della mostra

Cassa di Risparmio di Torino

Torino, Museo Civico d'Arte Antica - Palazzo Madama, June 2 - November 4, 2001.
Edited by Pagella E.
Torino, 2001; paperback, pp. 152, 90 b/w ill., 53 col. ill., cm 21x30.

ISBN: 88-87703-01-9 - EAN13: 9788887703016

Subject: Sculpture

Period: 1000-1400 (XII-XIV) Middle Ages,1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance

Places: Piedmont and Valle d'Aosta

Languages:  italian text  

Weight: 0.77 kg


Dopo lunghi restauri viene restituita alla città di Torino una parte di Palazzo Madama (sede dal 1934 del Museo Civico d'Arte Antica), luogo simbolico, non solo per i suoi trascorsi storici, che si colloca al centro della città e nel cuore del polo culturale torinese. La promozione culturale di Torino continua con ottimi risultati e questo battesimo ne è l'ultima prova.
Palazzo Madama, vicino a Palazzo Reale, è un edificio dalla lunga ed intricata storia architettonica che nei secoli ha subito molte trasformazioni e fino ad oggi si aveva la possibilità di visitare dall'esterno. La parte restituita al pubblico è lo splendido avancorpo, capolavoro del barocco europeo, opera dell'architetto Filippo Juvarra. I lavori di restauro hanno riportato alla luce lo splendore dell'atrio e della splendida sala centrale detta il "Voltone" nella quale, come in una sorta di codice genetico, emergono tutte le stratificazioni costruttive venute a sovrapporsi nei secoli. È dall'atrio che, attraverso lo scalone, si accede al Salone del Senato, al primo piano. Qui è stata allestita l'importante mostra sulla scultura in Piemonte dal Gotico al Rinascimento curata da Enrica Pagella, Direttrice del Museo. Un'occasione duplice, dunque, quella della visita a Palazzo Madama, non solo per ammirare il capolavoro juvarriano, ma anche per verificare la consistenza delle acquisizioni del Museo Civico d'Arte Antica (molte opere esposte fanno parte della collezione del Museo). Non ultima, la possibilità di fare un punto sulla scultura sacra in Piemonte di quel periodo.
È importante focalizzare l'attenzione su alcuni aspetti per comprendere ed inquadrare entro confini storici e stilistici le cinquanta opere scultoree esposte. Il Piemonte per secoli è stato caratterizzato da una situazione politica molto intricata, contraddistinta dal predominio prima angioino, poi da quello sabaudo. Non è dunque facile dare un'interpretazione che segue un semplice ordine cronologico quando gli influssi stilistici sono molteplici e la carenza di documentazioni non aiuta a definire un preciso quadro unitario. Per tale ragione la mostra non può seguire solo un ordine cronologico delle opere, e quindi è stata strutturata secondo due livelli di lettura: percorso cronologico e percorso per temi. La prima sezione esamina l'epoca gotica con influenze francesi, subito vediamo un Paliotto con Cristo, la Vergine e Santi (1200-1210) del Maestro di Courmayeur; poi una scultura lignea del Cristo Morto (1320-1330) di autore valdostano, un interessante particolare è la ferita del costato scavata perché il giorno di Pasqua si estraeva l'ostia direttamente dalla cavità. Si prosegue il percorso espositivo toccando di volta in volta tematiche e centri diversi, come l'astigiano, la scultura quattrocentesca con influenze lombarde, francesi fino ad arrivare più tardi a quelle fiamminghe. Si osservi l'uso di materiali diversi al fianco del legno, come il marmo o la terracotta. Dalle prime sculture più drammatiche si passa, attraverso i secoli, ad un plasticismo ed a virtuosismi formali che ne fanno testimonianze eccezionali, seppur nel loro isolamento dal contesto, di epoche ed artisti che spesso si ricordano solo con appellativi come "Maestro della Madonna d'Oropa" o "Plasticatore chierese". Alcune opere meriterebbero una descrizione più accurata per il valore che possiedono, ma il consiglio che questa volta vale più di altre è di andare a vedere la mostra col catalogo fra le mani, in quanto è corredato da schede tecniche realmente ben preparate, dove vengono specificate collocazione, provenienza, materia e tecnica usata, restauri, nonché una breve descrizione dell'opera. Alcune acquisizioni sono vere e proprie chicche come la Pala della Bottega di Anversa con storie della Vergine e dell'infanzia di Cristo (1535 circa - vedi immagine dell'allestimento) proveniente dalla chiesa abbaziale di Staffarda, acquistata dal Museo da un antiquario.
Il mio parere sulla mostra non può che essere positivo nel complesso: allestimento e percorso ben studiati, illuminazione impeccabile.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci