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Il fascino dell'antico. Dall'accademia ercolanese a Gio Ponti passando per Antonio Canova

Comune di Feltre

Feltre, Galleria Carlo Rizzarda, March 30 - June 20, 2014.
Feltre, 2014; paperback, pp. 180, b/w and col. ill., tavv., cm 20,5x20,5.

series: Quaderno

Subject: Decorative Arts (Ceramics, Porcelain, Majolica),Graphic Arts (Prints, Drawings, Engravings, Miniatures),Painting

Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance,1800-1960 (XIX-XX) Modern Period

Places: Italy

Languages:  italian text  

Weight: 0.64 kg


La mostra si pone come prima tappa di un più articolato progetto che, oltre a momenti espositivi ospitati nei Musei, volti a valorizzare le collezioni museali, prevede un percorso sul territorio. Il progetto, nel suo complesso, tende ad analizzare il diverso influsso operato dalla classicità e dal gusto antiquario sull'arte del XVIII e XIX secolo.
Si tratta di un influsso che si riscontra nella decorazione d'interni e, in particolare, nella ceramica, giungendo fino al '900. Si pensi, ad esempio, alle porcellane della Real Fabbrica Ferdinandea di Napoli (1790 ca.) che riprendono le Danzatrici di Pompei o alle creazioni di Gio Ponti nel XX secolo, ispirate alla classicità, ben rappresentate dalla notissima cista La Conversazione classica.

Seguendo la vocazione e la specificità di centro di studi dell'arte decorativa nonché l'apertura internazionale dei contenuti della Galleria d'arte moderna "Carlo Rizzarda", vi si proporrà un'affascinante carrellata sui motivi derivanti dalle pitture ercolanesi e dalle decorazioni dei vasi greci divulgate da disegni e stampe e tradotte in raffinatissime ceramiche dalle manifatture della Real Fabbrica Ferdinandea nei sec. XVIII e XIX ed interpretate secondo un moderno gusto Dco da Gio Ponti. Sia le tematiche sia i colori delle pitture di area vesuviana ispirarono la decorazione dei palazzi. Ne sono un significativo esempio gli ambienti di Palazzo Milzetti a Fenza con il Gabinetto d'Amore contenente dipinti a tempera del 1805 di Felice Giani (1758-1823) e ancor pi il bagno dell'appartamento da scapolo del conte Francesco Milzetti (1802).

Il gusto si diffuse anche a Venezia e nell'entroterra veneto: si pensi all'opera di Davide Rossi (1741-1820) in palazzo Manin, a quella di Felice Giani e Gaetano Bertolani (1758/59-1856) nella Libreria Marciana, a quella di Giovanni Carlo Bevilacqua (1775-1849) nella sala da pranzo del Palazzo Imperiale e Reale di Venezia. L'elenco potrebbe continuare a lungo e trova esempi anche nel territorio feltrino.
Nella Galleria Rizzarda saranno esposte una quarantina di tempere, gi attribuite a Michelangelo Maestri, che rappresentano divinità ed episodi mitologici tratti dalle decorazioni parietali di Ercolano, incisioni acquerellate di Pierre-Francois-Hugues d'Hancarville tratte dalla Collection of Etruscan Greek and Roman Antiquites from the Cabinet of the Honorable W. Hamilton (1766-67) che riproducono appunto i decori dei vasi greci collezionati da sir Hamilton e alcune tempere e monocromi di Antonio Canova appartenenti al "genere grazioso". La traslitterazione degli stilemi negli oggetti d'arredo sarà esemplificata da alcune porcellane della Real Fabbrica Ferdinandea che hanno ripreso i centauri, le muse e le leggiadre danzatrici degli affreschi campani, oltre ad alcuni piatti e tazze della manifattura Giustiniani ispirate ai vasi greci dalle tipiche figurine nere su fondo rosso.

La diffusione tramite la stampa contribuisce ad eliminare i caratteri compendiarii della pittura antica a favore della linea che, consona alla sensibilit razionalistica settecentesca, finisce per improntare la grafica moderna, specialmente con il Liberty. Una interpretazione moderna, come si detto, offerta da alcuni vasi disegnati da Gio Ponti dalla serie Herculanea (1923) a quella con decori Stabiana (1924) fino alla celebre cista La conversazione classica. Maggiore libert inventiva rispetto ai motivi ispiratori che permangono come una pallida rimembranza, si coglie nelle tempere di Antonio Canova al quale la mostra dedica una piccola sezione comprensiva di un inedito busto in marmo effigiante Beatrice, copia del ritratto idealizzato di Madame Recamier, con la tipica acconciatura alla greca, e alcune incisioni, appartenenti al Museo civico, che rappresentano il ritratto del famoso scultore e le sue celebri opere. Per quanto riguarda le tempere esse rappresentano temi che vennero divulgati attraverso la raccolta di incisioni Antichit di Ercolano esposte, della quale si esporranno i primi tre tomi e il famoso Voyage pittoresque ou description des Royames de Naples et de Sicilie di Jean Claude Richard Abb de Saint-Non, in mostra nell'edizione del 1782. Le Antichit di Ercolano esposte un'opera decisiva per la cultura dell'antico del XVIII e XIX secolo, frutto di un lungo lavoro dell'Accademia Ercolanese, preposta a soprintendere gli scavi studiando quanto veniva alla luce e pubblicando sistematicamente i reperti.
Dopo il catalogo iniziale del 1755, il primo volume uscito nel 1757 sotto la reggenza Tanucci: le pubblicazioni procedettero a ritmo intenso fino all'ottavo volume dei 40 previsti dal piano iniziale. In totale l'opera conta oltre 600 grandi tavole in rame stampate a piena pagina, oltre a centinaia di vignette delle testate, finalini e capilettera. Alle tavole attese un gruppo di disegnatori e incisori specializzati, attivi a Portici, tra i quali spiccano Nicola Vanni, Francesco La Vega, Camillo Paderni, Giovanni Morghen, Pierre Gaultier, Filippo Morghen, Nicola Billy e Francesco Cepparoli. L'edizione era curata dalla Regia stamperia di Napoli e la circolazione avvenne per donazione diretta da parte dei membri della corte, senza possibilit d'acquisto. Presto uscirono delle Antichit di Ercolano ulteriori edizioni basate su tavole reincise: nel 1773 in Inghilterra, nel 1778 in Germania, nel 1780 in Francia e a Roma a partire dal 1789. Nelle collezioni di Antonio Canova le Antichit di Ercolano erano presenti sia nella edizione di Napoli sia in quella successiva di Roma e nelle tempere del grande scultore sono presenti reminiscenze del repertorio dell'area vesuviana. Le antichit ercolanesi influenzarono la decorazione degli ambienti, inclusi numerosi palazzi veneti, oltre alle suppellettili e agli arredi del tempo.

La Richard Ginori prese le immagini qui pubblicate come spunto per servizi e apparati e lo stesso Gio Ponti agli esordi come direttore artistico si ne ispir. Se pochi videro direttamente gli scavi nel corso del Grand tour, molti poterono apprendere temi e motivi attraverso la circolazione delle stampe di divulgazione. Saranno presenti in mostra anche alcuni vassoi di zolfi, calchi e riproduzioni di gemme antiche, utilizzati come souvenir dai viaggiatori specialmente britannici.

Ogni tavola, o gruppo di tavole, sar commentata da alcuni versi tratti dai lirici e tragici greci, dalle Opere e i giorni di Esiodo, dalle Metamorfosi di Ovidio o da versi di Ugo Foscolo che contribuiranno a dare suggestione, anche grafica, alla mostra.
Un'attenzione particolare sar data al territorio con lo studio dei motivi di derivazione antiquaria e la creazione di un percorso in parte virtuale e in parte reale.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci