La trinité des monts redécouverte. Arts, foi et culture-Trinità dei Monti riscoperta. Arti, fede e cultura
De Luca Editori d'arte
Roma, Convento di Trinità dei Monti, June 12 - September 8, 2002.
Roma, 2002; paperback, pp. 205, 167 numbered b/w and col. ill., cm 24x30.
(Cataloghi di Mostre. '500-'700).
series: Cataloghi di Mostre. '500-'700
ISBN: 88-8016-508-9
- EAN13: 9788880165088
Subject: Collections,Essays (Art or Architecture),Masterpiece,Painting,Religious Architecture/Art,Sculpture
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance
Places: Rome
Languages:
Weight: 1.17 kg
Trinita' dei Monti, per i 500 anni dalla fondazione, apre al pubblico le porte della chiesa e, per la prima volta, anche quelle del convento, per mostrare tesori d'arte appena restaurati e sconosciuti ai piu' ed allestisce una mostra di grande interesse che, da domani all'8 settembre, ne illustrera' la lunga storia. Presentata oggi a Roma, l'iniziativa corona quasi 15 anni di difficili restauri che hanno riportato all'originario splendore gli affreschi cinquecenteschi della chiesa, le opere dei frati minimi, scienziati illustri e divulgatori del '600, nel convento e il refettorio dipinto da Andrea Pozzo e la sua scuola, forse il piu' bello di tutta la capitale. In totale 1.500 metri quadri di dipinti murari di grande importanza. Il complesso, di proprieta' francese, non e' pero' solo uno scrigno di opere d'arte. Racchiude infatti importanti testimonianze storiche dei rapporti politici e culturali tra Roma e la Francia, e tra questa e l'altra grande potenza cattolica, la Spagna. La mostra, realizzata con il finanziamento dei Pii Stabilimenti della Francia a Roma e Loreto (la stessa fondazione che comprende le altre chiese francesi di Roma), espone infatti opere e documenti che vanno a scavare nel passato del celebre complesso architettonico fin dalla sua fondazione. Chiesa e convento furono iniziati nel 1502, come voto ed espressione di gratitudine del re di Francia Carlo VIII per i frati Minimi francesi, ordine fondato da San Francesco di Paola, l'eremita che aveva assistito il padre, Luigi XI, durante la lunga malattia. Sulla collina, ai margini di quello che era il centro cittadino della Roma cinquecentesca di Michelangelo e Raffaello, comincio' a sorgere la chiesa con le pietre che arrivarono da Narbonne, come l'intero altare. Pur essendo della Francia, furono le donazioni delle case nobiliari romane a renderla bella e preziosa. Una sorta di compendio della pittura cinquecentesca come non ci sono uguali neanche a Roma, ''un'antologia del maniera tosco-romana'', ha detto Angela Allegro della soprintendenza (che ha collaborato con i Pii Stabilimenti finanziatori degli interventi). La cappella di Lucrezia della Rovere e' tornata a brillare del blu lapislazzulo di Daniele da Volterra, allievo di Michelangelo, che si scambiava i colori con il maestro all'opera nella Sistina. Le tonalita' fredde e lucenti di pietre dure della maniera sono riaffiorate dopo un attento lavoro, che ha vinto sulla sbiancatura e l'umidita', mentre nella volta e' stata riposizionata la lunetta dello 'Sposalizio della Vergine', staccata agli inizi dell'800 per farne un'opera da cavalletto. E' visibile, ma ci stanno ancora lavorando, il grande affresco della 'Deposizione', sempre di Daniele da Volterra, che un tempo abbelliva la cappella degli Orsini, quella con le cariatidi di cui parla Vasari. Per tutta la durata della mostra, con visite guidate si potra' conoscere anche il convento, con il chiostro, affrescato con le storie dei re di Francia, e il refettorio, capolavoro di Andrea Pozzo. Pareti e volta sono un'immensa scenografia, colonne, balconi, quinte e cieli sullo sfondo per descrivere le Nozze di Cana, ripuliti da muffe a umidita' con il restauro concluso solo da pochi giorni. I lavori di restauro hanno permesso il recupero di altri piccoli e sconosciuti gioielli custoditi nel convento, che, dal 1828, ospita le Suore del Sacro Cuore. Fra questi l'anamorfosi ottica di Padre Maignan, che raffigura San Francesco da Paola, ma a seconda da dove lo si guarda e' invece un grande paesaggio. E la 'Stanza delle Rovine', decorata da Charles-Louis Clerissau nel 1767, che testimonia il gusto antico pervaso dall'aggressione romantica della natura, come in Piranesi