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Immagini divine. Devozioni e divinità nella vita quotidiana dei Romani, testimonianze archeologiche dall'Emilia Romagna

Edizioni All'Insegna del Giglio in Firenze

Castelfranco Emilia, Museo Civico Archeologico, December 15, 2007 - February 17, 2008.
Edited by Neri D. and Ortalli J.
Testi e schede di Paola Bigi, Gianluca Bottazzi, Rita Burgio, Sara Campagnari, Manuela Catarsi, Cinzia Cavallari, Francesca Cenerini, Valeria Cicala, Caterina Cornelio Cassai, Carla Corti, Renata Curina, Vanessa Delvecchio, Paola Desantis, Erica Filippini, Angela Fontemaggi, Roberto Macellari, Maria Grazia Maioli, Laura Mazzini, Monica Miari, Roberta Michelini, Anna Lina Morelli, Jacopo Ortalli, Maria Teresa Pellicioni, Orietta Piolanti, Monica Prandi, Luciana Prati, Daniela Rigato, Sara Santoro.
Sesto Fiorentino, 2007; bound, pp. 264, 179 b/w and col. ill., cm 21,5x30.
(Quaderni di Archeologia Emilia Romagna. 18).

series: Quaderni di Archeologia Emilia Romagna

ISBN: 88-7814-310-3 - EAN13: 9788878143104

Subject: Essays on Ancient Times,Regions and Countries

Period: 0-1000 (0-XI) Ancient World

Places: Emilia Romagna

Languages:  italian text  

Weight: 1.53 kg


Premessa Quando, nel 268 a.C., i coloni romani si affacciarono nella Valle Padana per fondare Ariminum, si trovarono di fronte ad un territorio con una popolazione molto composita, formata da diverse tribù galliche sopra un substrato umbro-etrusco, con tradizioni, e quindi con credenze religiose, molto varie. I coloni stessi erano di origini differenti e variegate, unendo ad una prevalenza di latini, anche la presenza di sabini, di campani e di quanto offriva il panorama esistente a Roma, già città multietnica. La tradizione religiosa romana portata dai colonizzatori univa, quindi, una religione pubblica, codificata per quanto riguardava i riti, ed una religiosità privata, collegata alle tradizioni popolari e familiari, molto più variata e difficile da precisare, anche per la quasi assoluta mancanza di fonti relative. La religione romana è sempre stata caratterizzata da una notevole recettività: le divinità tradizionali assimilano ed incorporano gli dei dei popoli conquistati e ne assumono anche le caratteristiche in modo sincretistico; nello stesso modo vengono accettate nuove divinità e nuovi culti, assimilando innumerevoli manifestazioni religiose, a meno che queste non mettessero in pericolo l'ordinamento dello Stato, che in ogni caso presiedeva e controllava gli aspetti pubblici del culto; le manifestazioni private erano più libere e come tali di più difficile identificazione ed interpretazione, almeno dal punto di vista archeologico.
La mostra aperta a Castelfranco Emilia, ed il volume che ne costituisce il catalogo, presentano, quindi, nei saggi e nelle schede degli oggetti esposti un panorama estremamente variato, anche discontinuo, su manifestazioni ed aspetti diversi di religiosità familiare, privata, popolare e popolaresca. I materiali presentati provengono da scavo e dunque da situazioni necessariamente casuali; non possono, quindi, essere una documentazione esaustiva di una situazione necessariamente multiforme. Questo nuovo Quaderno della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, pur nella sua scientificità, si presenta quindi diverso, portatore di conoscenza e di aspetti inusuali della vita dei romani, più vicini e più vitali rispetto a quanto tradizionalmente presentato: immagine esemplificativa di questo potrebbe essere quella di un dominus che di giorno assiste impettito in toga ai riti pubblici e di notte fa le corna e getta fave negli angoli bui per proteggere casa e famiglia dai fantasmi irrequieti di spiriti e defunti errabondi, due facce della stessa medaglia e due aspetti che necessariamente coesistevano nella vita di tutti i giorni. In questa occasione la consueta collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna ed il Museo Civico Archeologici di Castelfranco Emilia ha ancora una volta garantito un ottimo risultato.
Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, Luigi Malnati Archeologo Direttore Coordinatore, Maria Grazia Maioli

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