Gaz! Gaz! Gaz! La guerre chimique 1914-1918
Five Continents Editions
Péronne, Historial de la Grande Guerre, 26 June - 14 november, 2010.
Milano, 2010; bound, pp. 111, col. ill., cm 16,5x24.
ISBN: 88-7439-559-0 - EAN13: 9788874395590
Subject: Design,Historical Essays
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Places: Europe
Extra: French Art and Culture,Weapons
Languages:
Weight: 0.54 kg
La storia delle armi chimiche durante la prima guerra mondiale è segnata da un paradosso.
Infatti sebbene si citino i gas ogni volta che si parla del conflitto, si deve però constatare che per quanto riguarda questa "guerra all'interno della guerra" siamo ben poco informati. Così, se da un lato non si manca mai di sottolineare le inaudite sofferenze patite dai combattenti su entrambi i fronti e di rievocare le devastazioni provocate dai gas, dall'altro, esaminando con cura le perdite subite dai francesi a causa del gas sulla linea del fronte dal febbraio all'ottobre del 1916, si arriva ad accertare come queste ultime costituiscano soltanto lo 0,2 % del totale delle perdite. Appare, dunque, legittimo cercare di andare oltre il mito, interrogandosi sulla reale consistenza di queste armi e sul loro impatto militare sui campi di battaglia della Grande Guerra.
È del tutto evidente che la comparsa delle armi chimiche sui fronti del primo grande conflitto mondiale non possa essere considerata una semplice innovazione tecnica.
Questo ci permette forse di concludere che il loro utilizzo segna l'avvento della guerra totale? Le armi chimiche sono state dunque le prime forme di armamento concepito non per conquistare il territorio nemico, ma per annientare fisicamente l'avversario?
Nel testo si vuole cercare di mettere in luce quale sia stato l'impatto dell'armamento chimico sullo svolgimento del conflitto, dal punto di vista umano, industriale, tattico, e da quello strategico.
Olivier Lepick, curatore della mostra, ricercatore di storia e politiche internazionali presso la Fondation pour la recherche stratégique.
Stéphane Audoin-Rouzeau, EHESS (École des hautes études en sciences sociales).
Sophie Delaporte, Università di Piccardia.
Annette Becker, Università di Parigi Ovest Nanterre.