Audience Development: mettere i pubblici al centro delle organizzazioni culturali
Franco Angeli
Edited by Gariboldi A. and Da Milano C.
Milano, 2019; paperback, pp. 134.
(Pubblico, professioni, luoghi della cultura. 54).
(Pubblico, professioni, luoghi della cult. 54).
series: Pubblico, professioni, luoghi della cultura
ISBN: 88-917-8051-0
- EAN13: 9788891780515
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Weight: 0.64 kg
Di cosa parliamo quando parliamo di Audience Development? "Ampliare, diversificare e approfondire le relazioni con i pubblici": un'ambiziosa dichiarazione di principio, che però deve poi tradursi in politiche, pratiche e azioni non facili da individuare. Il volume mette a disposizione in lingua italiana, i risultati di una ricerca voluta dalla Commissione Europea ed è pensato per rispondere alla richiesta da parte di operatori culturali, istituzioni e artisti italiani di un quadro di riferimento su un tema "caldo" ma ancora poco esplorato. Per alcuni si tratta di marketing, per altri di educazione, per altri di politiche per promuovere la partecipazione attiva dei cittadini, per altri ancora di trovare una sostenibilità "a mercato" per una produzione culturale sempre più indebolita dalla carenza di fondi pubblici. Parlare di Audience Development significa oggi parlare di cambiamento. Un cambiamento imprescindibile e quanto mai urgente, perché la cultura diventi parte della vita dei cittadini e delle comunità che hanno contribuito a crearla. La prospettiva adottata nella ricerca è quella di chi la cultura la produce: istituzioni e organizzazioni che hanno compreso che nessun cambiamento nel comportamento delle persone può avvenire se anche noi non cambiamo noi stessi, il nostro modo di creare, curare, organizzare e comunicare cultura. Oltre a un tentativo di sistematizzazione teorica che cerca di mettere ordine nella vasta letteratura esistente, il volume raccoglie le esperienze di 30 organizzazioni culturali europee che hanno tentato di realizzare questo cambiamento, mettendo i pubblici al centro della propria visione e del proprio modo di lavorare. Racconta storie di cambiamento che speriamo alimentino anche in Italia le riflessioni e il dibattito sulla responsabilità di chi fa cultura: garantire contenuti di qualità non basta, così come non basta che vengano comunicati e messi sul mercato da figure professionali all'altezza. Con questo volume speriamo di dare qualche risposta, ma soprattutto di lasciare spazio a domande che riteniamo non più rimandabili.