Antonio Fiore. Ufagrà. Dal post-futurismo alla cosmopittura con i futuristi della sua collezione da Balla a Dottori.
Gangemi Editore
Assisi, Palazzo del Monte Frumentario, December 9, 2018 - January 6, 2019.
Edited by M. Duranti and Baffoni A.
Roma, 2018; paperback, pp. 96, col. ill., cm 22x24.
(Arti Visive, Architettura e Urbanistica).
series: Arti Visive, Architettura e Urbanistica
ISBN: 88-492-3689-1
- EAN13: 9788849236897
Subject: Collections,Essays (Art or Architecture),Monographs (Painting and Drawing),Painting
Period: 1960- Contemporary Period
Languages:
Weight: 0.41 kg
Antonio Fiore, nato a Segni nel 1938, è considerato dalla critica specialistica l'erede dei futuristi dell'ultima generazione. Non si considera però un epigono del movimento marinettiano, bensí un continuatore dello spirito futurista, lo stesso che gli trasmisero direttamente alcuni protagonisti dell'ultimo Futurismo con i quali ebbe rapporti intensi e fecondi. Fu infatti Sante Monachesi nel 1978 ad indirizzarlo verso la ricerca post futurista facendolo aderire al Movimento Agrà che aveva fondato nel 1962, battezzandolo futuristicamente Ufagrà (Universo Fiore Agrà). Conobbe anche Francesco Cangiullo, famoso poeta parolibero futurista, che gli trasmise suggestioni per i contenuti delle opere della prima stagione. Con Elica e Luce Balla, le figlie del maestro del futurismo, il pittore di Segni e la sua famiglia hanno vissuto una lunga, cordiale e feconda amicizia tessuta anche fra i ricordi entusiasmanti della vicenda futurista del padre. Infine, ha avuto rapporti con Mino Delle Site e Osvaldo Peruzzi, futuristi dell'ultima generazione e, soprattutto, con Enzo Benedetto, futurista anche lui che con la Dichiarazione Futurismo Oggi del 1967 sancì la continuità ideale del futurismo. A Fiore Benedetto lasciò idealmente il testimone della continuità dell'ideale marinettiano. Tali contatti con i futuristi sono documentati dai diari di molti anni fa della moglie dell'artista, Maria Pia. In occasione di questa importante mostra al Palazzo del Monte Frumentario di Assisi, promossa dal Comune di Assisi in occasione degli ottanta anni dell'artista e dei quaranta con la pittura, i curatori hanno ridefinito la sua cosmopittura come linguaggio evolutivo di un'idea che esplora spazi siderei non conosciuti, dove l'artista immagina colori e forme fiammeggianti che fluttuano magmaticamente nel vuoto.