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Spiritualité et materialité dans l'oeuvre de yves klein. Spiritualità e Materialità nell'Opera di Yves Klein

Gli Ori

Nice, Atti dei Convegni di Studio - Musée d'Art Moderne Et d'Art Contemporan, May 19, 2000.
Prato, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, November 18, 2000.
Edited by Corà B. and Perlein G.
Italian and French Text.
Pistoia, 2003; paperback, pp. 240, cm 17x24.

ISBN: 88-7336-040-8 - EAN13: 9788873360407

Subject: Essays (Art or Architecture)

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period

Places: No Place

Extra: French Art and Culture

Languages:  french, italian text   french, italian text  

Weight: 0.52 kg


La mostra che ripercorre la vita artistica e biografica di Klein è contraddistinta da una serie di massime e pensieri dell'artista stampati sulle pareti interne del museo.Tra questi il più significativo recita: "Vive l'immaterialitè!", cioè "Viva l'immateriale". Oltre ad essere un pensiero semplice e accessibile credo sintetizzi la concezione artistica di Klein.Klein vede le sue opere, parole sue, come "preparazioni ed esercizi" per l'opera d'arte vera e propria.L'opera d'arte vera è propria non è nella materialità delle sue diverse forme artistiche ma nell'immaterialità di ciò che noi sentiamo nell'osservare tali forme.Perciò viva l'immaterialità,viva la sensazione che ci proviene dall'opera materiale. Klein ci chiede di non fermarci alla forma delle sue sculture o ai soggetti delle sue pitture, ma di vivere l'impatto emozionale("la vita stessa è l'arte assoluta"). Tutte le opere sono spersonalizzate,senza un titolo,proprio ad indicarne la natura di esercizi subordinati alle sensazioni che andranno a trasmettere.Tali sensazioni emergono dai colori che come "sensibilità del materiale", sono i veri protagonisti.Non a caso l'artista ha elaborato tutta una serie di colori personali dai quali spicca il famosissimo e caratteristico blu elttrico YKB(Yves Klein Blue). Questo blu invade verticalmente tutte le forme artistiche di Klein,dalla scultura alla pittura fino a mischiarsi con pitture "a fuoco", proprio a sottolineare l'efficacia che questa intensa tonalità ha nel comunicare emozione.
Il picco della ricerca,che vede l'esaltazione dell'immaterialità e del sacro sulla materialità delle opere, Klein lo raggiunge nelle performance che soleva organizzare per la borghesia del suo tempo.

In queste performance (ben documentate da foto) l'artista dipingeva quadri usando come pennelli-umani donne nude intinte nel suo famoso blu.Il suo non era basso-maschilismo,offendere quei corpi significava esaltare le suggestioni immateriali che quelle tele antropomorfe avrebbero trasmesso. Il risultato è effettivamente suggestivo e piacevole, sopratutto quando l'artista mischia questa pratica pittorica all'uso della fiamma ossidrica. La pittura a fuoco è un'altro espediente usato dall'artista per distruggere le fibre della tela ottenendo effetti visivi affascinanti che mischiano il calore della fiamma alla sua irruenza,e poter urlare ancora una volta "Viva l'immateriale!".
Probabilmente l'unica pècca nelle ricerche di Klein stà nella ripetitività delle sue opere,ma questo è un difetto inevitabile che stà a sottolineare come l'artista non volesse ricercare soggetti sempre originali,scegliendo di privilegiare (sopratutto con l'uso del colore) le modalità espressive.Questo atteggiamento è dimostrato anche nella serie di sculture presentate al Mamac.Infatti sembra che per Klein qualsiasi oggetto, da una semplice spugna fino alla Venere di Milo, possa diventare una sua opera a patto che sia completamente intrisa nel suo profondo blu.Perciò anche per le sculture il soggetto è ininfluente ed è posto in secondo piano rispetto alle emozioni che devono coinvolgere il pubblico.
Come ho già detto la mostra racconta anche la vita personale di Yves Klein riportando molti suoi cimeli e aneddoti biografici. Questo aspetto "biografico"della mostra è molto interessante e ben organizzato,anche se ne potrà godere pienamente solo il pubblico che conosce la lingua francese. Dalla sua biografia emerge una vita lontana dalle stravaganze delle sue performance,ricca oltre che di arte di molti interessi ,dimostrando come possa essere affascinante anche una "normalità" vissuta intensamente.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci