La Rivista di Bergamo. Nuova Serie 66. Aprile-Maggio-Giugno. 2011. Frà Galgario e il segreto della lacca
Grafica & Arte
Bergamo, PROVINCIA DI BERGAMO, May 6 - June 19, 2011.
Numero speciale guida alla mostra Frà Galgario e il segreto della lacca.
Bergamo, 2011; paperback, pp. 74, b/w and col. ill., cm 19,5x26,5.
series: La Rivista di Bergamo. Nuova serie 0066. Aprile-Maggio-Giugno
Subject: Monographs (Painting and Drawing),Textiles (Tapestries, Carpets, Embroyderies)
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance
Languages:
Weight: 0.32 kg
Vittore Ghislandi detto Fra' Galgario (Bergamo, 1655-1743) è stato fino ad oggi indagato come uno dei più grandi e originali ritrattisti del Settecento italiano.
La mostra Fra' Galgario e il segreto della lacca si propone, invece, di invitare il pubblico ad ammirare Fra' Galgario, ma da un nuovo, e altrettanto straordinario, punto di vista, IL COLORE, consentendo, anche con la ricostruzione dei materiali e degli strumenti di una bottega del Settecento, ad entrare nel vivo dei metodi pittorici e dei materiali usati dal ritrattista, tra i più abili nella sua epoca a utilizzare un variegato e straordinario ventaglio di pigmenti.
Il Ghislandi, infatti, era famoso già nel suo tempo per quelle luminosissime "lacche rosse", "forti come sangue raggrumato", che l'artista produceva personalmente e che nei suoi ritratti stendeva su rossi opachi come il cinabro, o anche da sole, per velare gli incarnati e far brillare i tessuti sfarzosi indossati da nobili e dame.
È così che celebri artisti del suo tempo, come Sebastiano Ricci, erano disposti a fare carte false e a scomodare - come testimoniano i carteggi - le loro illustri amicizie a Bergamo, perché il pittore concedesse loro una libbra di quella lacca finissima e ineguagliabile, dalle tonalità brillanti e vinose.
La ricetta della lacca di Fra Galgario è rimasta fino ad oggi un mistero, ma recenti scoperte nelle fonti e i risultati di indagini scientifiche condotte sui dipinti con le più moderne tecnologie diagnostiche, hanno finalmente consentito di svelarne i segreti.
La ricerca incrociata di storici dell'arte e scienziati conferma come l'esperienza del pittore nella preparazione di lacche e di pigmenti fosse in parte debitrice della grande tradizione veneziana e bergamasca dei tintori della seta, dai quali il pittore prendeva in prestito materiali e residui della colorazione delle stoffe, per poi confezionare per i suoi dipinti rossi rimasti unici e inconfondibili in tutta la storia della ritrattistica settecentesca.
In mostra, un gruppo di capolavori di Fra' Galgario, accesi da lacche rosse e blu e da una strabiliante resa ottica e materica delle stoffe: tra gli altri, il celebre Ritratto di Elisabetta Piavani Ghidotti, lo scenografico Ritratto del conte Giovan Battista Vailetti, il sontuoso Ritratto di Claudia Erba Odescalchi Visconti, fino allo straordinario doppio Ritratto del conte Giovanni Secco Suardo col servo. Con la sorpresa della riscoperta di un Ritratto di giovane, del tutto sconosciuto in Italia e mai visto dal 1928, e di un affascinante ciclo di tre dipinti, finora poco indagati, raffiguranti l'Allegoria dei Sensi, nei quali la mano di Fra' Galgario si intreccia a quella dei suoi allievi, con i quali, come dimostrano le indagini scientifiche, aveva probabilmente condiviso quei "segreti" che noi riusciamo solo oggi, almeno in parte, a dipanare. Infine, due ritratti femminili, di autore ignoto ma coevo a Fra' Galgario, ben documentano, anche nella resa di tessuti e merletti, il magistero esercitato dal Ghislandi. Alle tele di Fra' Galgario saranno accostati preziosi tessuti coevi provenienti dalle ricche collezioni conservate in particolare a Gandino in Val Seriana, che dal XV al XVIII secolo fu un importante centro di produzione di pannilana e di raccolta di tessuti di alto pregio provenienti da tutta Europa. Damaschi, broccati in filo d'oro e d'argento e tessuti bizarre, documentano così la produzione tessile più esclusiva del tempo.
La mostra si propone quindi di approfondire anche il tema della moda, che entrando a viva forza nei ritratti di Fra Galgario li rende documenti iconografici imprescindibili per lo studio delle fogge e dei tessuti in voga all'inizio del Settecento, che l'artista seppe interpretare con accentuato gusto per il travestimento esotico.
I percorsi nel colore proposti dalla mostra ci riportano quindi ad un'epoca precedente all'invenzione dei colori "in tubetto", quando Fra' Galgario, pittore-alchimista, sperimentava personalmente la preparazione dei propri colori, a partire da sostanze di origine animale, vegetale e minerale. A conclusione del percorso espositivo i visitatori potranno idealmente entrare nel "laboratorio" di Fra' Galgario,per conoscere gli ingredienti dei suoi colori, tra polveri preziose di cocciniglia, carminio e lapislazzuli, ma anche un antico manichino, simile a quello che il pittore utilizzava come "modello" da abbigliare di tessuti preziosi.
Ad accompagnare la visita alla mostra sarà anche un percorso musicale attraverso autori e brani sacri e profani diffusi a Bergamo - e a Venezia - nella prima metà del Settecento, ricreando anche nel suono le atmosfere che avvolgevano le dimore della sontuosa aristocrazia immortalata dal Ghislandi.
Anche il progetto grafico e di allestimento diventa, inoltre, non un percorso "neutro" ma parte integrante della mostra, portando costantemente l'attenzione del visitatore sulla prodigiosa abilità coloristica di Fra' Galgario.
L'esposizione sarà corredata da un numero speciale de "La Rivista di Bergamo" (ed. Grafica & Arte), una guida alla mostra che, non configurandosi come un tradizionale catalogo, incrocierà e svilupperà i percorsi di approfondimento proposti, offrendosi come momento per fare il punto sulle ricerche condotte negli ultimi anni sulla tecnica pittorica di Fra' Galgario
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