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Il Palazzo di Sassuolo. Delizia dei Duchi d'Este

Grafiche Step

Edited by Trevisani F.
Design di Laura Casalis.
Parma, 2004; clothbound, pp. 226, col. ill., col. plates, cm 29x30,5.

ISBN: 88-7898-001-3 - EAN13: 9788878980013

Subject: Civil Architecture/Art,Essays (Art or Architecture),Graphic Arts (Prints, Drawings, Engravings, Miniatures),Painting,Sculpture,Small Centres

Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance

Places: Emilia Romagna

Extra: Frescoes

Languages:  italian text  

Weight: 1.94 kg


Recentemente passato dalle competenze del Ministero della Difesa a quelle del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che ne sta completando il restauro, dal 1998 il palazzo ha riaperto al pubblico le sue sale, restituite alla magnificenza voluta dal giovane duca Francesco I d'Este, "Prencipe et Eroe christiano" salito al potere nel 1629 dopo l'abdicazione del padre Alfonso III, ritiratosi in un convento di Cappuccini. Il desiderio di rivalsa sul papato che nel 1598 aveva sottratto Ferrara agli Este, la volontà di dimostrare agli altri stati europei il peso che gli Este potevano ancora esercitare sulla scena politica, e la necessità di allestire nuovi prestigiosi luoghi per la corte: questi alcuni dei motivi che indussero l'ambizioso duca Francesco I a promuovere il "rinnovamento dell'immagine" non solo di Modena, la recentissima capitale, ma anche del vicino territorio, e Sassuolo in particolare, secondo un vasto e dispendioso programma simile a quello che coinvolgeva altre capitali europee. Apice di questa impresa fu infatti la costruzione delle grandi residenze ducali: la reggia di Modena e, all'imbocco della valle del Secchia, la "Delizia" di Sassuolo.

Qui, a partire dal 1634, l'architetto romano Bartolomeo Avanzini, figlio di un pittore già al servizio di papa Urbano VIII, coadiuvato dallo scenografo e ingegnere reggiano Gaspare Vigarani, guidò il cantiere che avrebbe trasformato l'antico castello sassolese nella residenza estiva della Corte: una reggia che avrebbe incantato per la sua bellezza sia Diego Velazquez, il grande pittore del re di Spagna, sia la regina Cristina di Svezia. E come non sorprendersi davanti a questa "macchina teatrale" barocca, allestita rapidamente, spesso con materiali poveri (stucco, terracotta, gesso, addirittura cartapesta) per divenire scenografia ideale alla raffinata corte estense? Come non meravigliarsi di fronte alla celebrazione del casato estense mediante un programma iconografico che s'ispira alla storia e alla letteratura, alla Bibbia e al mito, affidato al pennello di Jean Boulanger, tra i migliori allievi del "divino" Guido Reni? Come non entusiasmarsi davanti alla profusione delle finte architetture dipinte, vertiginosamente scorciate dai "quadraturisti" bolognesi, Angelo Michele Colonna e Agostino Mitelli, Gian Giacomo Monti e Baldassarre Bianchi, e dal bresciano Ottavio Viviani? O di fronte ai trionfali festoni di fiori e frutta di Pier Francesco e Carlo Cittadini; o ai baluginanti stucchi bianco-dorati del milanese Luca Colomba, del carrarese Giovanni Lazzoni e del romano Lattanzio Maschio, che si distendono sulle pareti del sontuoso Appartamento Stuccato? Pare ancora di "sentire" scorrere l'acqua nelle fontane che ingentilivano i cortili e i giardini. Fontane decorate da statue, come il Nettuno e la Galatea dell'atrio e la Divinità marina della corte d'onore, ispirate ai preziosi disegni di Gian Lorenzo Bernini; o decorate da grotte artificiali, come in quello spettacolare "teatro d'acqua" che è il Fontanazzo. Presenze d'arte, tutte queste, che fanno della reggia di Sassuolo un vero "palazzo degli incanti", tra le residenze sovrane più importanti dell'Italia Settentrionale.

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