De Pisis. Opere scelte dal Museo d'Arte Moderna e Contemporanea Mario Rimoldi delle Regole d'Ampezzo
Linea d'Ombra Libri
Brescia, Museo di Santa Giulia, January 21 - March 19, 2006.
Treviso, 2006; paperback, pp. 144, b/w and col. ill., cm 17x24.
ISBN: 88-89902-05-1
- EAN13: 9788889902059
Subject: Monographs (Painting and Drawing)
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Places: No Place
Languages:
Weight: 0.47 kg
Questa mostra, a cura di Marco Goldin, che riunisce una scelta alta delle opere di Filippo de Pisis (Ferrara 1896 - Milano 1956), oltre trenta tra le sue più belle, illustra il suo percorso creativo, che è un elogio della bellezza di cui l'artista è stato innamorato cantore, tra i più alti dell'arte europea del Novecento. Lo è stato declinando con accento personalissimo questo concetto secondo quanto il suo tempo, nei più diversi campi, dalla letteratura alla poesia, veniva formulando. Non dunque la bellezza classica delle armoniose proporzioni, ma la sua essenza drammatica, così novecentesca nella sostanza. Colta dunque nella brevità della vita che profuma i fiori recisi, protagonisti assoluti delle nature morte. È la poesia degli oggetti poveri di uso quotidiano, delle conchiglie svuotate, dei pesci marci abbandonati su un pezzo di carta oleosa, degli ortaggi collocati in un'atmosfera metafisica sul primo piano di deserti paesaggi marini. In questo l'artista essendo sempre fedele a quel motto "pulchriora latent" che volle sulla copertina del suo primo libro di poesie, pubblicato nel 1916. De Pisis infatti è stato anche finissimo letterato e, partito dalla sua amatissima Ferrara dove ha conosciuto i fratelli de Chirico che gli faranno amare l'avanguardia francese, dal 1925 si stabilisce a Parigi divenendo amico dei più importanti letterati e artisti europei, Soutine e Braque su tutti. Non prima però di aver trascorso periodi fondamentali per la sua formazione a Bologna e a Roma, dove lo si conosce appassionato frequentatore di musei e gallerie pubbliche, e ammiratore convinto, seppure per breve periodo, del futurismo. Nel 1940 ritorna in Italia soggiornando tra Venezia e Milano dove morirà nell'aprile del 1956. Lo stile leggero, veloce e stenografico resta una delle sue cifre più riconoscibili, così come sarà possibile verificare anche in tutti i generi che la sua pittura ha indagato e che la mostra intende presentare: dalla natura morta e dai paesaggi, alle vedute urbane, dagli omaggi ai grandi artisti del passato al ritratto e alla figura umana.