Canaletto - Brustolon. Le feste ducali. Rami e stampe dalle collezioni del Museo Correr
Edited by Pedrocco F. and Tonini C.
Venezia, Ca' Rezzonico, 21 aprile - 6 novembre 2006.
Venezia, 2006; paperback, pp. 32, ill., cm 16x24.
(Cataloghi).
series: Cataloghi
ISBN: 88-317-9062-5
- EAN13: 9788831790628
Subject: Essays (Art or Architecture),Monographs (Painting and Drawing)
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance
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Weight: 0.13 kg
Nel corso della sua lunghissima e fortunata carriera, Canaletto ha incrociato più volte il mondo dell'incisione; anzi è da dire che il celebre vedutista veneziano - e soprattutto, con lui, quello che deve essere considerato a pieno titolo il suo protettore e agente per il mondo anglosassone, il mercante inglese e poi console di Sua Maestà presso la Repubblica Serenissima Joseph Smith - è stato uno dei primi pittori del Settecento a rendersi conto del ruolo «promozionale» che la riproduzione incisoria delle sue vedute poteva avere. È sicuramente proprio allo scopo di far conoscere al maggior numero possibile di potenziali committenti l'eccezionale bravura del Canaletto nel mettere in scena i siti veneziani che lo Smith fece riprodurre da Antonio Visentini quattordici vedute di sua proprietà, opera del maestro veneziano, in una silloge pubblicata nel 1735 dall'editore Pasquali (ma nella realtà dallo stesso Smith, che del Pasquali fu notoriamente il socio occulto) con il titolo di Prospectus Magni Canalis Venetiarum...; e sette anni più tardi il futuro console inglese farà poi ampliare questa prima silloge, con l'aggiunta di altre ventisei incisioni tratte egualmente dalle vedute canalettiane di sua proprietà ed egualmente riportate su rame dal Visentini, pubblicando la raccolta con il nuovo titolo di Urbis Venetiarum Prospectus Celebriores ex Antonii Canal Tabulis .
Impresa editoriale questa di eccezionale livello qualitativo e destinata a grandissima fortuna, tanto che i rami visentiniani vennero riutilizzati infinite volte, fin ben dentro l'Ottocento (l'ultima edizione della silloge risale a partire dal 1833, per opera dell'editore Giuseppe Battaggia); ma anche da ritenere assolutamente positiva per aver pienamente conseguito lo scopo primo che Smith e Canaletto si erano proposti, cioè quello di amplificare la fama del pittore, che a partire dagli anni Trenta diviene indubbiamente uno dei più celebrati artisti europei.