art and architecture bookstore
italiano

email/login

password

remember me on this computer

send


Forgot your password?
Insert your email/login here and receive it at the given email address.

send

chiudi

FB googleplus
ricerca avanzata

Immagini devote del popolo indiano

Museo Marionette A. Pasqualino

Edited by Perricone R.
Palermo, 2021; paperback, pp. 165, ill., cm 22x22.
(Arch. Morgana. Studi mate. Storia Cultura. 13).

series: Arch. Morgana. Studi mate. Storia Cultura

ISBN: 88-97035-10-8 - EAN13: 9788897035107

Places: Out of Europe

Languages:  italian text  

Weight: 0.81 kg


«Chi parla oggi di induismo parla di una realtà religiosa complessa e diffusa, che riguarda non soltanto la maggioranza degli abitanti del continente indiano, ma, in conseguenza dei processi emigratori, la maggior parte degli indù che vivono nell'Asia sudorientale, nel Vicino Oriente, in Africa, nelle due Americhe, in Australia e, naturalmente, in Europa. Soltanto in India gli indùisti sono attualmente, secondo le più recenti statistiche, circa 1'82% della popolazione (circa 820 milioni). In Nepal costituiscono la maggioranza (89% della popolazione), così come nelle isole Mauritius (52%). Minoranze significative sono presenti anche nelle isole Fiji (38%), nel Suriname (27%) e a Trinidad e Tobago (24%), inoltre nel Buthan (24%), in Srilanka (15%), nel Bangladesh (12%), in Malaysia (7%) a Singapore (5%). Minoranze sono anche presenti nel Kuwait e in Sud Africa (2%). D'altro canto, come tutte le statistiche, anche questa non è in grado di render conto della complessità della realtà religiosa soggiacente. Dietro il generico termine indùismo, infatti, sono compresi fedeli che hanno credenze animistiche, politeistiche, panteistiche, monastiche, monoteistiche (quando non si tratti di atei), che praticano forme tradizionali di culto o che le criticano radicalmente, gli aderenti a credenze arcaiche ma anche i seguaci del neo-indùismo e cioè dei movimenti di riforma sorti in conseguenza del confronto con la cultura moderna a partire dall'inizio del XIX secolo. La ragione di questa apparente contraddittorietà è presto detta. La designazione indùismo ad indicare la religione degli abitanti di questo immenso continente è una "invenzione" tipicamente moderna. Essa è legata alla dominazione coloniale inglese, essendo comparsa per la prima volta nel Bengala nel corso del XIX secolo, come tentativo, da parte degli impiegati della East India Company, di ri- condurre ad unità la molteplicità di culti tradizionali con cui essi erano costretti a confrontarsi. Che si trattasse, in realtà, di tradizioni religiose spesso divise, oltre che da lingue, anche da credenze e pratiche era, d'altro canto, loro sfuggito perché, a differenza di quanto era avvenuto nell'Europa moderna, i loro fedeli vivevano insieme in una situazione non conflittuale di sostanziale tolleranza. Il termine inglese, a sua volta, deriva da inda, parola di origine persiana che al singolare indica il fiume Indo e al plurale gli abitanti delle terre che il fiume attraversa. Esso era stato usato da chi arrivava in India, in particolare da persiani e turchi, per indicare le genti che vivevano nel Nord attorno al fiume Indo e, più tardi, tutti i popoli al di là dell'Indo e cioè l'intera popolazione dell'India. Il termine aveva acquistato una valenza nuova sotto la dominazione musulmana: dal momento che, secondo il diritto musulmano, i non musulmani dovevano pagare una tassa aggiuntiva, a partire dall'VIII secolo, in cui ha inizio la dominazione musulmana nella parte occidentale del continente indiano, si vennero creando due categorie di abitanti: i musulmani e gli indù, cioè gli indigeni non musulmani. In questo modo, l'identità degli inciti si è costituita, come spesso capita, in negativo, attraverso il non essere musulmani, a prescindere dalla loro concreta appartenenza religiosa (cosa che, tra l'altro, aiuta a spiegare il ricorrente conflitto nazionalistico con i musulmani)...» (Dalla Prefazione di Giovanni Filoramo)

YOU CAN ALSO BUY



SPECIAL OFFERS AND BESTSELLERS
€ 12.35
€ 13.00 -5%

ships in 2/3 weeks


design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci