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L'Uomo della Croce. L'Immagine scolpita prima e dopo Donatello

Scripta - Comunicazione Editoria

Padova, Museo diocesano, September 14 - November 24, 2013.
Edited by Cavali C. and Nante A.
Trento, 2013; paperback, pp. 248, b/w and col. ill., tavv., cm 17x23,5.

ISBN: 88-96162-86-6 - EAN13: 9788896162866

Subject: Essays (Art or Architecture),Painting,Religious Architecture/Art,Sculpture

Period: 1000-1400 (XII-XIV) Middle Ages,1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance

Places: Italy

Extra: Religion Art

Languages:  italian text  

Weight: 0.81 kg


Attorno alla croce, emblema di sofferenza e di passione ma porta della Risurrezione, si concentra la fede cristiana. Sulla via della croce si celebrano i momenti forti dell'anno liturgico verso la Pasqua che ogni anno fa rivivere la speranza cristiana.
E su questo "segno" così denso di significato e apparentemente contraddittorio per questo incrocio di morte e di vita, si concentra il progetto L'uomo della croce. L'immagine scolpita prima e dopo Donatello, che il Museo Diocesano e l'Ufficio Beni culturali della Diocesi di Padova propongono con la mostra in programma dal 14 settembre (festa dell'Esaltazione della croce) al 24 novembre 2013 (data in cui si conclude l'Anno della fede indetto da Benedetto XVI). L'inaugurazione alla presenza del vescovo di Padova mons. Antonio Mattiazzo è in programma venerdì 13 settembre alle ore 18.
Lo stesso vescovo Mattiazzo, nel catalogo in fase di pubblicazione scrive che la mostra: "Si propone come intensissima esperienza di bellezza dove il dramma dell'umanità trafitta anela a ricomporsi e "rinascere dall'alto" (cfr. Gv 3,3)", ricordando come la ricorrenza dell'anniversario dell'Editto di Milano provoca "un'ulteriore riflessione antropologica e teologica" e "induce a cogliere i risvolti esistenziali e le ricadute storico-culturali dell'Uomo della croce".

Punto di partenza dell'intero progetto è la consapevolezza che il dramma di Gesù crocifisso ha interrogato l'uomo di ogni tempo, toccandone profondamente il vissuto: il mistero di un Dio che si incarna e che assume il limite, la sofferenza e la morte senza negarli, nella sua contraddittorietà e continua tensione tra esperienza di finitezza e promessa di eternità, per secoli ha stimolato il pensiero teologico e filosofico, l'immaginazione e la fede dell'uomo.

"La croce - commenta il direttore del Museo diocesano di Padova, Andrea Nante - da duemila anni è uno "scandalo" sia per chi crede, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L'arte ne interpreta il significato, e si fa narrazione e storia. Per questo, nell'Anno della fede e nell'anniversario dell'Editto di Costantino, attraverso l'arte e la sensibilità degli scultori che si sono avvicendati nei secoli, vogliamo suscitare una riflessione sul tema della croce e del crocifisso e sul significato che ha per l'uomo. Per questo abbiamo individuato sette antichi crocifissi lignei che saranno esposti nelle gallerie del Palazzo Vescovile, in un percorso che esalterà il potere evocativo di ciascuna opera, espressione della sensibilità, della fede e della cultura del proprio tempo. In questo modo intendiamo valorizzare il patrimonio storico-artistico diocesano, educando le comunità all'importanza della conservazione e della conoscenza delle opere del passato, espressione delle nostre radici culturali e della nostra identità".

La mostra non si propone come una celebrazione della croce, bensì come un percorso culturale e spirituale che permette di rileggere il significato di questo "segno" così incisivo, discusso, contraddittorio, attraverso l'arte.
È un viaggio alla scoperta delle motivazioni che guidano le raffigurazioni del Cristo morto in croce, con gli occhi chiusi e la testa reclinata, dove il dolore prende il sopravvento ponendo l'accento sulla passione e le sofferenze di Cristo per la salvezza dell'umanità (primi secoli dopo il Mille); per cogliere poi il passaggio dell'umanesimo cristiano (Quattro-Cinquecento) che riscopre l'umanità di Cristo nobilitandola attraverso il linguaggio sereno e composto della classicità; e arrivare al "superamento" del concetto della morte per dare enfasi alla risurrezione, con i Cristi "vivi" dell'età della Controriforma e Barocca.

A raccontare tutto questo sono sette crocifissi lignei policromi intagliati del territorio diocesano, scelti per la loro qualità e capacità di essere rappresentativi di una specifica sensibilità e teologia. Tre raggiungono la mostra al termine di delicati e importanti interventi di restauro che si inseriscono nel progetto come ulteriore momento di recupero e valorizzazione del patrimonio storico-artistico diocesano, ma anche di responsabilizzazione delle comunità. I tre restauri infatti sono stati realizzati anche grazie al contributo di volontari benefattori e delle comunità, attraverso la campagna di raccolta fondi "Mi sta a cuore", oltre a tre significativi contributi da parte della Fondazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo per il crocifisso di Polverara; della Banca di Credito cooperativo di Cartura per il crocifisso di San Gaetano e del Lions Club Padova Certosa per quello di Chiesanuova. Sostegni significativi che però non coprono l'ammontare dei costi dei restauri e per questo il Museo diocesano e l'Ufficio Beni culturali rilanciano con forza la campagna "Mi sta a cuore" per contribuire al recupero di questi importanti oggetti d'arte, di storia e di tradizione religiosa.

Il percorso espositivo, nelle Gallerie del Palazzo vescovile di Padova, sede delle mostre temporanee del Museo diocesano propone un viaggio attraverso i secoli e le diverse letture artistiche, culturali e spirituali del tema della crocifissione che parte dall'esemplare della Cattedrale di Padova databile alla fine del Trecento e passa attraverso quello della chiesa di Polverara retrodatato al XIV secolo, grazie al restauro che ha rivelato sorprendenti novità; per arrivare poi a quello della chiesa di Santa Maria Assunta di Chiesanuova della prima metà del XV secolo, seguito da quello della chiesa di Santa Maria in Vanzo, annessa al seminario Maggiore, della metà del 1400. Il crocifisso della chiesa dei Servi, recentemente attribuito a Donatello e ora in fase di restauro, è presente in mostra attraverso una riproduzione a grandezza naturale, a segnare un passaggio fondamentale ma ancora da approfondire nella storia della scultura rinascimentale a Padova. Quindi la mostra prosegue con lo splendido crocifisso firmato da Agostino Vannini (inizi XVII secolo) della chiesa di San Gaetano a Padova, a cui l'intervento di restauro ha restituito la policromia originale; il crocifisso dell'oratorio di San Valentino a Este (XVII secolo), per concludersi con il settecentesco crocifisso di Giovanni Bonazza proveniente dalla chiesa di Santa Lucia a Padova.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci