Oscar di Prata. Gli angeli e i demoni. Drammi e speranze del Novecento
Silvana Editoriale
Brescia, December 3, 2010 - February 27, 2011.
Brescia, GRANDE MIGLIO IN CASTELLO, December 4, 2010 - February 27, 2011.
Edited by Bernardelli Curuz M.
Brescia, Castello, Grande e Piccolo Miglio, 4 dicembre 2010 - 27 febbraio 2011.
Cinisello Balsamo, 2010; paperback, pp. 120, col. ill., col. plates, cm 22,5x28,5.
(Cataloghi di Mostre).
series: Cataloghi di Mostre
ISBN: 88-366-1885-5
- EAN13: 9788836618859
Subject: Collections,Essays (Art or Architecture),Monographs (Painting and Drawing),Painting
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period
Languages:
Weight: 0.808 kg
Un'intensa contrapposizione pittorica tra il Bene e il Male, prima intesi come entità metafisiche, poi osservati nel loro inverarsi, come rumorosissimi ed esplosivi motori della storia novecentesca. Oscar Di Prata (1910-2006) portò dal secondo conflitto mondiale e dalla prigionia un nuovo modo di guardare la pittura. Se, infatti, negli anni degli esordi, aveva cercato un confronto eclettico con Novecento, con l'astrattismo e con il cubismo, con El Greco e con i veneti del passato, la cognizione diretta del dolore, l'arte sintetica praticata direttamente ai margini dei campi di battaglia o nel lager indiano lo indussero a una necessità di verità spirituale, che passava attraverso l'estrema concentrazione di quanto aveva visto e sperimentato negli anni della formazione. Là sua espressione si apre progressivamente, a partire dalla base materica e proteiforme dell'astratto, a un completamento in chiave figurativa del dipinto, secondo un percorso di "scrittura automatica", che conduce l'empito espressionista al gioco delle associazioni dell'inconscio di matrice surrealista nonché alla grande lezione di Leonardo sul difforme della macchia portata a un'evidenza semantica. Il presente catalogo, oltre a offrire un'inquadratura stilistica delle opere, conduce il lettore attraverso il lessico simbolico di un artista che seppe ascoltare il Novecento, ricrearne il cupo o lacerante lamento, sempre con un'apertura verso l'Assoluto.