La collezione Henraux
Skira
Milano, 2022; hardback, pp. 160, 120 col. ill., cm 24x28.
(Cataloghi arte contemporanea).
series: Cataloghi arte contemporanea
ISBN: 88-572-4845-3
- EAN13: 9788857248455
Subject: Collections,Essays (Art or Architecture),Sculpture
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period
Languages:
Weight: 0.65 kg
La collezione della Fondazione Henraux è dedicata all'arte moderna e contemporanea e raccoglie opere di artisti italiani e internazionali tra cui Henry Moore, Jean (Hans) Arp, Isamu Noguchi, Joan Mirò e di numerosi altri autori. Il primo nucleo è stato costituito negli anni '50 e '60 quando la Henraux decise, grazie alle intuizioni dell'allora amministratore Erminio Cidonio, di impegnarsi nella statuaria non figurativa, stringendo con lo scultore inglese Henry Moore una stretta collaborazione che diede vita a un centro di riferimento per la scultura contemporanea. In pochi anni, gli stabilimenti dell'azienda avviarono attività con artisti come Henri Georges Adam, Jean (Hans) Arp, Emile Gilioli, Georges Vantongerloo, Pablo Serrano, Joan Mirò, Alicia Penalba, François Stahly, Costantino Nivola, Isamu Noguchi, Maria Papa, Pietro Cascella e Giò Pomodoro. La raccolta comprendeva una serie di opere di grande e medio formato che, una volta conclusa l'esperienza di Cidonio, furono in parte rilevate dalla Banca Commerciale Italiana proprietaria dell'azienda. Dal 2011, con la costituzione della Fondazione, la collezione è andata arricchendosi tramite nuove acquisizioni, le attività del Premio Henraux e le iniziative a sostegno di artisti e istituzioni con cui la Fondazione collabora. È in programma la realizzazione di uno spazio espositivo e di un museo d'impresa che raccolga la collezione e che documenti la storia della azienda, dalla sua costituzione nel 1821 ai giorni nostri, attraverso gli avvenimenti e le grandi opere realizzate in Italia e all'estero nell'arco di quasi due secoli.
Azienda leader per l'estrazione e la lavorazione dei prodotti lapidei, la Henraux nasce nel 1821 quando Marco Borrini di Seravezza divenne proprietario di gran parte degli agri marmiferi del Monte Altissimo (luogo già esplorato intomo al 1518 da Michelangelo), costituendo con il francese Jean Baptiste Alexandre Henraux una società per la riapertura e lo sfruttamento di quei giacimenti. La società incontrò uno straordinario e rapido successo, ricevendo prestigiose commesse, da quella dello Zar di Russia nel 1845 per la Cattedrale di Sanpietroburgo alla grandiosa ricostruzione dell'Abbazia di Montecassino del 1945-1962, al proficuo e duraturo rapporto con il famoso scultore Henry Moore a partire dagli anni Sessanta.