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Piero Guccione

Skira

Milano, Palazzo Reale, July 9 - September 21, 2008.
Milano, 2008; paperback, pp. 136, col. ill., col. plates, cm 24x28.
(Arte Moderna. Cataloghi).

series: Arte Moderna. Cataloghi

ISBN: 88-6130-886-4 - EAN13: 9788861308862

Subject: Essays (Art or Architecture),Monographs (Painting and Drawing),Painting

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period

Languages:  italian text  

Weight: 0.868 kg


"Nel mio lavoro, di solito, il significato non è la molla che fa scattare l'immagine né la gioia di inseguirla. È la seduzione dell'oggetto l'elemento primario: la sua pregnanza fisica e figurale che in genere mi spinge a tentarne l'interpretazione e a darne visione... Le mie scelte sono quasi sempre dettate dall'istinto, prodotte dall'immaginazione con le più strane e disparate associazioni, senza alcun vincolo se non per il rigore della forma e dell'esecuzione... Confesso che sempre meno mi interessa conoscere, sapere e capire il mondo. Preferisco affidarmi alla verità, alle contraddizioni, alle infinite controverse ingiunzioni della corporeità." Piero Guccione

Il volume raccoglie circa ottanta opere, realizzate nelle tecniche predilette dell'olio su tela e del pastello su carta, ripercorre quasi per intero, dal 1963 ai nostri giorni, la carriera e il cursus espressivo di Guccione, nel suo evolversi come un tragitto di andata e ritorno dal luogo natale a quello dell'iniziazione culturale, e viceversa. Si parte dagli anni romani, quando il siciliano Guccione si afferma come uno degli uomini di punta della Nuova Figurazione locale. Tipici della cifra di Guccione di questi anni, fondata su un grande magistero tecnico, ma dal taglio modernamente innovativo, sono i Muri, i Balconi, i Giardini, le Finestre, le Attese, con gli oggetti che diventano il correlativo tangibile della condizione psicologica, poeticamente assorta, di chi li evoca; soprattutto i paesaggi "modernizzati", inclusi, piuttosto impropriamente, nell'iconografia della Pop Art italiana, con scenari naturali di sapore antico, memori dell'eredità classica, che vengono contaminati dai segni ingombranti della civiltà industriale. Nel 1979 Guccione torna a Scicli, dai cui dintorni non si sarebbe più mosso, e dove sarebbe diventato di riferimento a uno specifico gruppo di artisti (fra gli altri, Sonia Alvarez, Franco Sarnari, Franco Polizzi, Carmelo Candiano, Giuseppe Puglisi, Giuseppe Colombo, Giovanni La Cognata, Piero Zuccaro), accomunati da analoghe finalità espressive. La natura, mitica, eterna, mediterranea, rappresentata nell'intento di cogliere il passaggio dallo stato di contemplazione al sentimento dell'assoluto, diventa il tema dominante dell'arte di Guccione, che tuttavia non abbandona la riflessione sulla storia dell'arte, confrontandosi direttamente, nella serie dei d'après, con alcuni celebri capolavori, fra gli altri, dell'amato Michelangelo, di Masaccio, Caravaggio, Giorgione, Vermeer, Signorelli, Le Nain.

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