Casa di re. Un secolo di storia alla reggia di Caserta 1752-1860
Skira
Caserta, Reggia, December 8, 2004 - March 13, 2005.
Edited by Cioffi R.
Milano, 2004; paperback, pp. 336, b/w and col. ill., col. plates, cm 24x28.
(Musei e Luoghi Artistici).
series: Musei e Luoghi Artistici
ISBN: 88-7624-207-4 - EAN13: 9788876242076
Subject: Civil Architecture/Art,Essays (Art or Architecture),Painting,Sculpture
Period: 1400-1800 (XV-XVIII) Renaissance,1800-1960 (XIX-XX) Modern Period
Places: Campania
Extra: Baroque & Rococo
Languages:
Weight: 1.81 kg
Quattrocento opere, prevalentemente dipinti realizzati dai maggiori artisti dell'epoca - tra cui, Pompeo Batoni, Francesco Solimena, Anton Raphael Mengs, Angelica Kaufmann - ma anche sculture di Canova e arredi permettono di ripercorrere la storia di questo importante monumento (classificato dall'Unesco "bene culturale dell'umanità") e sottolineano come la Reggia sia stata intesa fin dalla sua fondazione, voluta da Carlo di Borbone, come una dimora emblematica che testimoniasse la potenza e a magnificenza di un regno, quello borbonico; e successivamente, per un decennio, quello napoleonico di Giuseppe Bonaparte e poi di Carolina e Gioacchino Murat.
Curato da Rosanna Cioffi, Casa di Re ricostruisce la successione dei vari artisti che furono chiamati a operare per gli appartamenti casertani, evidenziando il ruolo artistico e storico della reggia nell'ambito della cultura europea neoclassica e romantica e documentando i mutamenti di gusto e abitudini della corte e della società del tempo, di cui la reggia è preziosa testimonianza.
La temperie culturale di cui la reggia fu centro propulsore nella ricca stagione tra il regno borbonico e il cosiddetto decennio napoleonico viene sapientemente illustrata dall'incredibile molteplicità delle opere, che ricostruiscono non solo un monumento di impatto pittorico, plastico, architettonico-urbanistico, frutto dell'estro e della sapienza artistica di figure magistrali, ma anche una "casa", sia pure di re, dimora privata di personaggi colti non più nella loro ufficialità, bensì nel loro essere uomini.