Ivo Soldini. Donazione Cardiocentro
Skira
Italian, English and German Text.
Milano, 2005; paperback, pp. 104, 30 b/w ill., 49 col. ill., cm 24x28.
(Arte Moderna. Cataloghi).
series: Arte Moderna. Cataloghi
ISBN: 88-7624-409-3 - EAN13: 9788876244094
Subject: Painting,Sculpture
Period: 1960- Contemporary Period
Languages:
Weight: 0.7 kg
Il volume comprende i testi di Fritz Billeter e Carlo Carena, il catalogo delle opere, la biografia, l'elenco delle esposizioni e la bibliografia.
Ivo Soldini (nato a Lugano nel 1951), dopo le scuole dell'obbligo (Bellinzona) e il Liceo Cantonale (Lugano), frequenta un anno all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano (1972-1973) e avvia la propria attività artistica. Prima di dedicarvisi professionalmente studia tre anni all'Università Statale di Milano (facoltà di scienze politiche, lettere e storia dell'arte) e compie viaggi nell'Europa settentrionale.
In principio sperimenta il disegno e la pittura di ambito espressionista-simbolista, iconograficamente incentrata su un aggressivo bestiario.
Dal 1976 si dedica alla scultura in bronzo di piccolo e medio formato (statuette e rilievi, talora anche in alluminio e in gesso), accompagnata negli ultimi anni da realizzazioni monumentali per spazi pubblici. In parallelo continua a svolgere una fertile produzione grafica (disegni a matita, carboncino, china, acqueforti, puntesecche) e pittorica (tempere, acquerelli, oli). Negli anni settanta partecipa al Movimento 22.
Dal 1973 espone in molte gallerie, in sedi espositive pubbliche o private in Svizzera e in Italia. Tiene una mostra personale di particolare rilievo nel 1981 nel Palazzo Civico di Bellinzona. Esegue varie opere per cimiteri, edifici pubblici e privati soprattutto nel Ticino.
Il lavoro di Soldini si inscrive in quel filone della tradizione scultorea che pone al centro dell'attenzione la raffigurazione umana, in particolare l'indagine psicologica della moderna esistenza dell'uomo.
Nel primo decennio della sua attività plastica, Soldini sperimenta diverse modalità figurative, alternando alla via naturalistica (torsi tondeggianti, composizioni classiche) stilemi più informali ed espressionisti (arcaicità ieratica, trattazione violenta delle superfici).
Tra i possibili riferimenti iniziali si possono citare Marino Marini, Giacomo Manzù, Remo Rossi, ma soprattutto Alberto Giacometti.
Verso la metà degli anni ottanta si palesa con migliore efficacia la scelta fondamentale dell'artista: la figura umana resa nel suo consistere interiore attraverso l'incisività del segno. Acquista sempre maggiore forza la presenza figurativa esplicitata come fisicità terrestre, che manifesta sulla propria pelle i segni che ne modellano l'identità. Tra i soggetti privilegiati spicca il corpo rigido e allungato: un volume stagliato obliquamente nello spazio esistenziale che ne minaccia l'equilibrio e ne scalfisce la plasticità (come nelle varie versioni dell'Inclinato).
Negli anni novanta il potenziale emotivo risulta imploso in enigmatici blocchi corporei, evocatori dei volumi massicci di Fritz Wotruba. Tali involucri materici traspirano però le tensioni interiori attraverso l'espressività viva delle superfici, logorate da un sofferto "levare". Le inclinazioni, le torsioni e le espansioni dei volumi monolitici si contrappongono alla solidità verticale, significando, da un lato, l'instabilità che erode l'avventura esistenziale e, dall'altra, una spinta etica di resistenza. Tra i motivi principali dei lavori più recenti vanno segnalate le teste e l'assembramento seriale di figure in una folla (soprattutto nei bassorilievi).
La produzione pittorica e grafica è intimamente legata al lavoro plastico. I rapidi tratti d'inchiostro, i segni nervosi dei disegni neri o la gestualità esibita delle tempere variopinte di ascendenza neoespressionista attingono a una medesima volontà di formalizzare la figura a partire da un caos originario. Comuni sono pure i soggetti centrali - la figura colta isolatamente o nell'incontro plurale - declinati in senso laico o sacrale.
Baia grande. La pialassa Baiona ultima frontiera per una valle salmastra