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Ezio Gribaudo. Bianchi e Teatri. Antologia 1966-2006

Skira

Moncalieri, Giugiaro Design, March 22 - April 28, 2006.
Edited by Beck W.
Milano, 2006; paperback, pp. 112, b/w and col. ill., tavv., cm 24,5x28.
(Arte Moderna. Cataloghi).

series: Arte Moderna. Cataloghi

ISBN: 88-7624-755-6 - EAN13: 9788876247552

Subject: Design,Essays (Art or Architecture),Monographs (Painting and Drawing),Monographs (Sculpture and Decorative Arts),Theatre

Period: 1960- Contemporary Period

Places: No Place

Languages:  italian text  

Weight: 0.73 kg


Esattamente 40 anni fa Ezio Gribaudo otteneva il Premio per la Grafica alla XXXIII Biennale di Venezia. Con questo riconoscimento ufficiale l'artista torinese balzava all'improvviso alla ribalta del mondo artistico nazionale e internazionale e iniziava un percorso che è tuttora in pieno sviluppo: basterà ricordare che nel settembre dello scorso anno egli ha ricevuto la nomina a Presidente dell'Accademia Albertina di Torino.
Attraverso una significativa antologia dei suoi risultati creativi, la monografia - pubblicata in occasione dell'esposizione allestita negli spazi di straordinaria suggestione dell'Italdesign Giugiaro di Moncalieri - ripercorre quarant'anni di carriera di Ezio Gribaudo in un percorso attraverso due aspetti contrapposti ma integrati dell'arte di Gribaudo: i "Bianchi" e i "Teatri della memoria", opere che si accostano e si fronteggiano in un dialogo continuo. A queste opere si affiancano i celebri "Gribaudo di Giugiaro", opere acquisite o commissionate dall'amico designer.
Corredano il volume una selezione delle diverse tipologie materiali e iconografiche dell'opera dell'artista, dai logogrifi ai metallogrifi, dalla grafica alla scultura, dalla pittura all'arte editoriale.
Il volume comprende uno scritto di Giorgetto Giugiaro, un testo dell'Assessore alla Cultura del Comune di Moncalieri Mariagiuseppina Puglisi, una conversazione tra l'artista e il curatore Willy Beck realizzata ripercorrendo questi decenni di lavoro lungo gli spazi espositivi e la documentazione fotografica delle opere esposte e del loro allestimento accompagnata da un'antologia degli scritti dedicati all'artista.

Ezio Gribaudo è nato a Torino nel 1929 e la sua attività continua a svilupparsi da decenni con un ritmo incessante di sperimentazione creativa. Ha studiato presso l'Istituto di Arti Grafiche, il Liceo Artistico e l'Accademia di Brera e la Facoltà di Architettura di Torino.
Assolutamente determinanti per la sua formazione e per la sua attività matura sono state le straordinarie esperienze di viaggio compiute in ogni parte del mondo (e dalle quali sono derivati gli spunti di tanta parte della sua produzione) e le precoci frequentazioni artistiche, tra le quali egli ama ricordare soprattutto il giovanile incontro con Picasso a Vallauris e quelli successivi con i "grandi" del Novecento, da Chagall a Bacon, da De Chirico a Siqueiros e Moore.
Fin dagli anni Cinquanta individua alcuni temi (ad esempio "La casa rossa") destinati a tornare più volte nel tempo nell'ambito di trattamenti tecnici sempre più raffinati. La prima "personale" a Torino del 1953 è seguita nel 1955 dal premio della Biennale Giovani di Gorizia, il primo dei numerosi riconoscimenti conseguiti.
Nel 1961 al "Cavallino" di Venezia espone opere realizzate con tecniche miste; è presentato da M. Tapié ed espone per la prima volta i flani, scarti tipografici che diventano ready-made tecnologici e che sono una delle sue creazioni più originali e caratterizzanti. Risulta in questo frangente già decisiva l'esperienza condotta presso le Edizioni d'Arte Fratelli Pozzo che, oltre a vederlo promotore di memorabili iniziative editoriali, gli offre un diretto contatto con tecniche che egli saprà trasformare da "riproduttive" in "creative". Nel 1964 compie un viaggio in Messico, dal quale elabora una serie di pastelli.
La sua carriera artistica conosce una decisa svolta quando ottiene due riconoscimenti che lo collocano alla ribalta della scena artistica internazionale: nel 1966 il premio per la grafica della Biennale di Venezia e nel 1967 quello della Biennale di S. Paolo del Brasile.
Nascono in sequenza ininterrotta prima i "Logogrifi" (impressioni meccaniche su carta buvard, bianco su bianco), poi i "Saccogrifi", i "Logogrifi" in polistirolo e poi in legno, i "Metallogrifi" e, dal 1969, anche le prime sculture.
Con il viaggio in Turchia inaugura la serie dei "Diari di viaggio", poi rielaborati ad ogni ritorno. Nel 1968 riceve l'incarico di cambiare veste grafica al quotidiano torinese "La Stampa". L'anno dopo inizia i logogrifi in polistirolo con numeri anziché lettere.
Nel 1970 inizia a realizzare sculture, prima in polistirolo poi in bronzo; espone i metallogrifi, fogli di poliestere metallizzati sui quali vengono poi fatti interventi di combustione e di collage. L'anno dopo ha una personale al Künstverein di Gottingen, dove presenta recenti logogrifi, saccogrifi (in polistirolo e juta), metallogrifi e flani.
Nel 1973 Palazzo dei Diamanti a Ferrara gli dedica una mostra e un'altra si tiene a San Paolo del Brasile. Partecipa alla X Quadriennale d'Arte di Roma, dal titolo "Situazione d'arte non figurativa". G. Sutherland lo presenta l'anno dopo alla Galleria "Marlborough Graphic" di Londra. Si concede altre invenzioni tecniche: inchiostri tipografici, oro e sabbia su carte intelate per le opere che illustrano la città di Petra, esposti alla Galleria "Davico" di Torino. Cieli, inchiostri tipografici su carte intelate e alcuni bronzi sono presentati alla Galleria "Sagittarius" di Torino nel 1976. Un'altra mostra dell'artista si tiene alla Maison de la Culture di Saint Etienne. Partecipa all'Internazionale Grafica di Cracovia.
Nel 1977 realizza gli Atlanti; l'anno dopo partecipa alla Biennale Internazionale della Grafica di Firenze. Assidua sarà la sua partecipazione alle mostre internazionali di Grafica che si terranno negli anni seguenti, tra cui quella alla Fondazione Gubelkian di Lisbona.
Nel 1981 realizza i primi logogrifi in legno di tiglio, esposti alla "Nakhamkin Gallery" di New York. L'anno dopo le ultime opere sono presentate alla Galleria "Toninelli" di Roma. è dello stesso anno il viaggio in Cina, nel quale cerca di recuperare i segni dell'antica civiltà con opere esposte a Beverly Hills nel 1984. Questo è anche l'anno del viaggio in Nuova Zelanda e Australia; ad Alice Spring è fortemente suggestionato dalla visita al luogo dove sono stati dissepolti fossili e scheletri di dinosauri. Nasce da questo incontro il ciclo dei dinosauri, presenti nelle sue opere fino ad oggi. Esporrà queste ricerche, realizzate con tecniche miste, alla Galleria "Bergamini" di Milano nel 1987 e alla "Nick Edel" Arte di Torino l'anno successivo.
All'antologica di Pisa del 1989 presenta i Teatri della Memoria: collage di logogrifi eseguiti in passato e poi rielaborati. Per tutti gli anni Novanta Gribaudo partecipa a numerose esposizioni collettive e ha importanti personali a Parigi (1993), dove espone la serie degli Alberi; a New York (1995), con opere su carta e libri d'artista; alla Galleria Il Narciso di Torino (1996) con flani e logogrifi dal 1966 al 1996; a Palazzo Lomellini di Carmagnola (1997) con Deserti-miti e memorie di viaggio; a Buenos Aires (1998), con i Metallogrifi; al Festival dei Due Mondi di Spoleto (1999) con Logogrifi, Totem e Teatri della memoria. Nel 1997 riceve la cittadinanza onoraria del Comune di Moncalieri e nel 2000 quella del Comune di Conzano. Il pubblico torinese ricorderà particolarmente la mostra organizzata nel 1999 dalla Regione Piemonte presso Sala Bolaffi.
Nel 2001 espone alla biblioteca "A Arduino" di Moncalieri "Arbores at animalia", nel 2002 ha una mostra personale ad Asti intitolata "I Teatri della Memoria " presentati da Eugenio Guglielminetti e Paolo Conte ed è nominato Maestro del Palio di Asti. Ottiene inoltre il Premio Ugo da Carpi alla XI Biennale della xilografia.
Il 5 maggio 2003 al Quirinale riceve dalle mani del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la medaglia d'oro quale benemerito della Cultura e dell'Arte.
Pochi giorni dopo si inaugura a Roma negli spazi dell'ex carcere minorile presso San Michele a Ripa la mostra "Epifania del bianco e teatri della memoria", organizzata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che pone a diretto confronto aspetti diversi e complementari della sua opera. Riceve inoltre il Premio Torino Libera dal Centro Pannunzio e la medaglia d'oro della cultura e dell'arte dal sindaco di Torino. Nel 2004 ha una mostra in palazzo Salmatoris a Cherasco e una presso la Cassa di Risparmio di Bra.
Nel 2005 è nominato Presidente dell'Accademia Albertina di Torino.
In dicembre la città di Bra gli conferisce la cittadinanza onoraria con amplissima motivazione, nella quale vengono ricordati, oltre a quelli artistici, anche i suoi meriti culturali nel campo dell'editoria, della divulgazione e della promozione di eventi espositivi.
Ezio Gribaudo si è infatti dedicato intensamente e lungamente all'editoria, dirigendo prima le Edizioni d'Arte della Fratelli Pozzo a Torino e dagli Anni '60 le collezioni d'arte della Fratelli Fabbri Editori, nelle quali sono state pubblicate le Grandi Monografie dedicate ai protagonisti dell'arte del XX secolo da Duchamp a Burri da De Chirico a Bacon.
Nel 1969 è entrato nel Comitato Direttivo della Galleria d'Arte Moderna di Torino dove ha contribuito a realizzare numerose importanti mostre di respiro nazionale ed internazionale.
Contemporaneamente all'organizzazione di mostre personali in gallerie e musei di tutto il mondo, egli ha promosso iniziative culturali volte a migliorare l'immagine di Torino. Nel 1976 favorisce l'esposizione alla Galleria d'Arte Moderna di una significativa selezione della collezione Peggy Guggenheim di Venezia; l'evento riscuote un grande successo di pubblico e viene ricordato dalla mecenate americana nella propria autobiografia. Nel 1978 propone e organizza alla Promotrice delle Belle Arti a Torino "Cocou Bazar", spettacolo e mostra su Jean Dubuffet, prima sponsorizzazione per una mostra d'arte contemporanea della FIAT.
Merita infine una menzione particolare il suo atelier di via Biamonti 15B a Torino, progettato con l'architetto Andrea Bruno nel 1976, che è in se stesso un'autentica originalissima opera d'arte.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci