La Collezione François Pinault. Una selezione Post-Pop. Catalogo dellamostra (Venezia, 12 novembre 2006-11 marzo 2007)
Skira
Italian, English and French Text.
Milano, 2006; paperback, pp. 96, ill., col. plates, cm 24x29.
(Arte Moderna. Cataloghi).
series: Arte Moderna. Cataloghi
ISBN: 88-7624-996-6 - EAN13: 9788876249969
Subject: Collections,Essays (Art or Architecture),Graphic Arts (Prints, Drawings, Engravings, Miniatures),Painting,Sculpture
Period: 1960- Contemporary Period
Places: No Place
Languages:
Weight: 0.45 kg
La presenza americana è sicuramente la più influente: la maggior parte degli artisti presenti provengono da oltre oceano e analizzano, con modalità differenti, lo stile di vita americano, quell'American Dream continuamente citato e volutamente dibattuto. Lo scenario è completo: l'irriverente carattere pop e kitsch di Jeff Koons, la riflessiva meticolosità tecnica rapportata alle sconcertanti dimensioni spaziali di Charles Ray, l'analisi sul corpo inteso come oggetto sessuale nell'opera di Paul McCarthy, l'estrema raffinatezza di David Hammons, con la quale viene dichiaratamente attaccato il problema razziale e di classe della società americana. La peculiare atmosfera hollywoodiana degli acrilici di Ed Ruscha, artista sinonimo per eccellenza di Los Angeles, la tensione indissolubile tra testo e immagine dei dettagliati e violenti disegni di Raymond Pettibon, per concludere con i 22 provocatori e aggressivi quadri "testuali" di Christopher Wool, intesi come veicolo di interpretazione sociale e personale.
Accanto alla selezione americana è importante anche la presenza dei 3 artisti più rappresentantivi della generazione dei Young British Artists. Sarah Lucas e i fratelli Chapman. Segue la sala dedicata alle provocatorie, scioccanti e allo stesso tempo sorprendenti opere "in vetrina" di Damien Hirst, che chiudono il percorso YBA aprendo un contatto con la fotografia dell'artista russo Andreas Gursky.
Il rapporto con l'ambiente circostante, l'architettura, la città torna nelle spropositate e distorte sculture di silicone e acciaio del tedesco Thomas Schutte. Anche il simpatico androide bambino di Takashi Murakami ci rapporta in modo adolescenziale alla nostra società, di cui viene sottolineato con una vena amara l'aspetto forzatamente ludico e esageratamente estetico.
Il percorso espositivo si conclude con due artisti molto diversi ma accomunati in questo caso per aver portato al parossismo due chiari riferimenti storici, bilanciando perfettamente ironia e tragedia. Piotr Uklanski che utilizza il colorato collage di carta strappata con la tragica ingenuità di un bambino, e l'inquietante Hitler inginocchiato di Maurizio Cattelan che, trasferito dalla situazione in cui siamo soliti pensarlo, irrita la nostra abitudine visiva.