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Il carteggio Belli-Feroldi 1933-1942

Skira

Edited by G. Appella.
Milano, 2003; paperback, pp. 424, 32 numbered out of text b/w ill., cm 15x21.
(Archivi dell'Arte Moderna).

series: Archivi dell'Arte Moderna

ISBN: 88-8491-688-7 - EAN13: 9788884916884

Subject: Essays (Art or Architecture),Painting

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period

Places: No Place

Languages:  italian text  

Weight: 0.74 kg


Il volume riunisce il copioso carteggio degli anni 1933-1942 tra Carlo Belli e Pietro Feroldi.
"Com'era Brescia tra il 1929 e il 1933 e chi era Pietro Feroldi, collezionista in quegli anni, sulla scia di Paolo Tosio, di artisti dell'Ottocento, è proprio Belli a raccontarlo, il giovane giornalista, acuto e brillante, divenuto per ordine del partito, a ventisei anni, redattore de 'Il Popolo di Brescia' e tuttofare della rivista 'Brescia' [...]
Le lettere, i telegrammi e le cartoline scambiate con Belli, mentre mettono a posto molte tessere del complicato mosaico del collezionismo negli anni trenta, ancora da comporre nella dialettica dei percorsi del gusto personale e collettivo e degli strumenti di elevazione culturale e sociale, riflettono dubbi e disperazioni, turbamenti ed emozioni, dissidi e lodi, gli umori, i narcisismi, le debolezze, le critiche nel rapporto diretto con l'opera condotto con spietatezza nel chiuso dello studio, a confronto con quanto ha conquistato un definitivo spazio sulle pareti e ha soddisfatto "un sentimento umanistico dell'arte, non tollerando ch'essa fosse concepita al di fuori della storia". Soprattutto, sono lo specchio di due generazioni (Feroldi è nato nel 1881, Belli nel 1903), di due personalità, di due culture profondamente diverse come provenienza e formazione e tali da influenzare comportamenti e soluzioni, non solo reciproche [...]
Una cosa appare subito chiara: Feroldi è consapevole della funzione culturale dei collezionisti, del loro ruolo, centrale nel mondo dell'arte e importante sulla vita della città in cui vivono. Dunque, se collezionare è mettere in atto un fondamentale mezzo d'espressione, non lo interessano gli artisti del rinnovamento artistico italiano, ma quelli che corrispondono al suo carattere [...]
I ragionamenti di Belli vanno ben oltre i 'consigli per gli acquisti'. Tendono a scalzare, giocando anche sulla suscettibilità dell'interlocutore, ogni rimasuglio dei pregiudizi accademici che si annidano al fondo della rude personalità di Feroldi e che animano le loro discussioni su ciò che è o appare attuale, sull'importanza del soggetto nella pittura, sulla funzione rappresentativa dell'oggetto fatto simbolo, sugli stimoli e i piaceri di chi raccoglie opere d'arte contemporanea, sui mutamenti strategici delle collezioni e sulla spregiudicatezza dei nuovi collezionisti che, disponendo di un solido conto in banca e non essendo 'amatori', saltano il mercante per evitare ogni speculazione e istituiscono un rapporto diretto con gli artisti."

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