La mia arte io la chiamo mestiere. Remo Wolf uomo e artista del '900
Tipolitografia Temi
MUSEO DIOCESANO TRIDENTINO, PALAZZO PRETORIO, July 2 - November 8, 2010.
Trento, Museo Diocesano Tridentino, July 2 - November 8, 2010.
Translation by Primerano D. and Turrini R.
Trento, 2010; paperback, pp. 400, b/w and col. ill., cm 24x28.
ISBN: 88-89706-82-1 - EAN13: 9788889706824
Subject: Essays (Art or Architecture),Graphic Arts (Prints, Drawings, Engravings, Miniatures),Monographs (Painting and Drawing)
Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period
Languages:
Weight: 2.09 kg
poco più di un anno dalla morte, il Museo Diocesano Tridentino in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura, Turismo e Giovani del Comune di Trento dedica a Remo Wolf (1912-2009) una mostra che, pur non avendo l'ambizione di un'antologica, intende ricostruire quel percorso umano e artistico che lo ha visto tra i maggiori protagonisti dell'arte incisoria del secolo scorso.
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n tutta la sua lunga esistenza, l'arte è stata per Wolf una scelta di vita ma, soprattutto, il suo principale 'mestiere', esercitato da grande maestro, sperimentando le diverse tecniche artistiche, dalla pittura, al disegno all'incisione, alla costante ricerca di innovative strategie espressive e di inediti intrecci tematici. L'immensa produzione di Remo Wolf (all'incirca 3800 incisioni di cui 2700 xilografie e 1100 calcografie, più di 850 ex libris, 320 grafiche d'occasione, opere pittoriche e disegni) ha immediatamente posto un problema metodologico: come operare una selezione che desse conto della complessità di un percorso artistico che si è sviluppato lungo un intero secolo. Per questo si è cercato di scegliere quelle opere che avrebbero consentito al visitatore di cogliere immediatamente il senso poetico delle sue creazioni, nel loro articolato evolversi, puntando l'attenzione su specifiche tematiche che egli costantemente indaga.
La mostra pone l'accento sugli anni della formazione, compiuta tra Trento, Parma e Firenze, e sugli inizi della sua attività artistica, drammaticamente interrotta dalla guerra e dalla lunga prigionia in Africa; una difficile esperienza che riemergerà continuamente nei ricordi e nel vissuto di Remo Wolf. Si tratta di un aspetto determinante ma più volte approfondito in precedenti esposizioni; per questo la mostra preferisce dare spazio ad altro, ad un Wolf 'diverso', in un certo senso inedito. Un Wolf capace di stabilire un dialogo sereno e intenso con l'uomo, con la natura, con l'immaginario, con il sacro.
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olte delle incisioni esposte appartengono alla raccolta di arte contemporanea del nostro museo, riunita in gran parte da monsignor Giovan Battista Fedrizzi, con il quale Wolf aveva stretto, fin dagli anni Trenta, un legame profondo dedicandogli per questo alcune sue xilografie. Fedrizzi, conservatore di questo museo dopo la scomparsa del suo primo direttore, Vincenzo Casagrande, aveva creato una sorta di 'cenacolo' con alcuni artisti trentini allo scopo di aiutarli nell'individuazione di un personale percorso creativo intorno a tematiche sacre. Il legame tra Remo Wolf e il Museo Diocesano Tridentino perciò è di lunga data. Anche per questo la nostra istituzione ha voluto rendergli omaggio con una mostra che ci ricordi quanto fosse speciale, sia come uomo che come artista.