Elogio delle Levità. Vanni Cuoghi. Enzo Forese. Riccardo Gusmaroli. Mimmo Iacopino. Kazumasa Mizokami
Umberto Allemandi
Besana Brianza, Villa Filippini, March 1 - March 30, 2014.
Edited by Quaroni I.
Italian and English Text.
Torino, 2014; paperback, pp. 58, b/w and col. ill., tavv., cm 17x24.
ISBN: 88-422-2306-9 - EAN13: 9788842223061
Subject: Essays (Art or Architecture),Painting
Period: 1960- Contemporary Period
Places: Italy
Languages:
Weight: 0.19 kg
Infatti, seppur partendo da stili, tecniche e codici linguistici diversi, questi autori sono accumunati da uno stretto controllo formale, da una pratica paziente, quasi miniaturistica, che non lascia spazio a improvvisi cedimenti e in cui l'approccio ironico e giocoso convive con lo slancio lirico e introspettivo.
Se nelle opere di Riccardo Gusmaroli (Verona, 1963) e Mimmo Iacopino (Milano, 1962) l'attitudine ironica si salda alla ricerca espressiva sui materiali, dalla carta alla fotografia, fino all'object trouvé, in quelle di Kazumasa Mizokami (Arita, Giappone,1958) prevale un approccio lirico, intimistico, che va di pari passo con la capacità di alleggerire la terracotta con una pittura ispirata ai colori delle forme naturali.
Enzo Forese (Milano, 1947) e Vanni Cuoghi (Genova, 1966) sono pittori con una vocazione a sconfinare nel collage e nel paper cutting, in grado di trasferire la levità anche nella dimensione descrittiva e narrativa.
Ironia, senso del ritmo, sperimentazione sono tutti elementi che assimilano questi artisti, capaci di attrarre lo sguardo dello spettatore in una fitta trama di visioni.
"Cuoghi, Forese, Gusmaroli, Iacopino e Kazumasa - afferma il curatore, Ivan Quaroni - prolungano una stagione all'insegna della levità, inaugurata in Italia negli anni Novanta, prima con le esperienze concettuali di Stefano Arienti, Massimo Kaufmann, Marco Cingolani e Mario Della Vedova, i quali riscoprivano il valore dell'intelligenza e della speculazione nell'arte, e poi con le vicende di Portofranco, capitanate dal gallerista Franco Toselli, le quali riaffermavano il valore dello humor e della poesia, attraverso meccanismi di détournement e straniamento visivo".