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Le Parc, Garcia, Rossi, Demarco e altre testimonianze del cinetismo in Francia e in Italia. [Edizione Italiana e Francese]

Verso l'Arte Edizioni

Roma, Complesso monumentasle di San Salvatore in Lauro, December 18, 2002 - February 6, 2003.
Cerrina, 2002; paperback, pp. 160, col. ill., cm 24x32,5.

Subject: Painting

Period: 1800-1960 (XIX-XX) Modern Period,1960- Contemporary Period

Places: Europe,Italy,No Place

Extra: French Art and Culture

Languages:  italian text  

Weight: 1.01 kg


opea, realizzato con il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma, del Comune di Roma, presenta un centinaio di opere del Group de Recherche d'Art Visual (G.R.A.V) e di coloro che, in Francia e in Italia, hanno fiancheggiato o condiviso le idee del gruppo (Biasi, Munari, Lavarisco, Colombo, Costalonga, Tornquist, Finzi, Ormenese, Conti).

Il G.R.A.V. fu uno dei gruppi più importanti degli anni Cinquanta e fu a capo della cosiddetta "arte cinetica", definita da Umberto Eco "programmata" o, secondo il termine di G.C. Argan, "arte gestaltica".

La peculiarità dell'esposizione è di presentare, in un'ampia e ricca scelta di opere, l'aspetto pittorico, luministico, del Cinetismo europeo, approfondendo il tema del movimento nell'opera d'arte in relazione alle forme, ai colori e alla luce.

Il contesto in cui apparve il G.R.A.V., a cavallo degli anni '50 e '60, era quello di un Informale che oramai ripeteva se stesso e che aveva sperimentato e consumato l'idea dell'arte come espressione.
In questo clima, scrive Giovanni Granzotto nel catalogo, "una compagnia fortunata, omogenea ed incredibilmente talentuosa, di allievi del Belas Artes, con fidanzate, mogli e storie in comune, dopo essersi presa una cotta per Mondrian, decise un viaggio di studio e di contatto diretto con l'opera di un altro innovatore: Vasarely. Partirono tutti per Parigi per uno stage di qualche mese. Non tornarono più a Bueno Aires. Quei ragazzi, ricchi davvero di speranze e di sentimento d'avventura, si chiamavano: Julio Le Parc, Horacio Garcia Rossi, Hugo Demarco, Francisco Sobrino, Hector Garcia Mirando".

L'arte che nacque da questa avventura fu detta Programmata o Cinetica. Essa partecipa di quel generale interesse per il movimento che investì la seconda metà del Novecento: "nella seconda metà del secolo - scrive Maurizio Calvesi nel catalogo della mostra - la ricerca del movimento è la caratteristica più diffusa e saliente [...] e obbedisce non più soltanto all'esigenza di imprimere un ritmo alla composizione astratta, ma a quella di cercare degli stimoli percettivi che conferiscano un ruolo attivo alle forme e suscitino una risposta partecipativa allo spettatore (il responsive eye, secondo il titolo di una celebre mostra che fu tenuta a New York nel 1964)".

In questo generale interesse per il movimento, in tutto l'Occidente gli artisti "mettono in moto" le loro opere, spesso attraverso piccoli congegni elettrici: è il caso di Tinguely, Agam, Calder, Soto, Vasarely e altri. Anche il gruppo di artisti argentini residenti a Parigi, prima riuniti sotto l'etichetta "Motus" e successivamente (con l'abbandono di Demarco e Molnar e l'ingresso di Le Parc, Sobrino e Stein) sotto quella di "G.R.A.V.", crearono opere-macchine in movimento con risultati d'estrema finezza e intelligenza formale.

Ma ben presto tutta un'altra linea del Cinetismo si aprì, con risultati a volte più o meno tangenziali a quella che è stata chiamata Optical Art (poi diminuito in Op Art per sottolinearne la divergenza dalla contemporanea Pop Art). "Si tratta di composizioni a due o tre dimensioni in cui la forma e il colore appaiono dotati di una loro propria mobilità ottica, che è essenzialmente l'equivalente del cinetismo e raggiunge gli stessi effetti di finezza, di animazione e di stimolo per l'"occhio che risponde"" (Maurizio Calvesi).

Determinante per questo sviluppo del Cinetismo è stato l'incontro fra gli artisti argentini e il figlio di Vaserely, Yvaral. Da lui raccolsero le suggestioni per uno spazio pittorico in movimento grazie agli effetti ottici, alle variazioni di colore e alla variabile incidenza della luce sull'opera, movimento in certi casi determinato dalla posizione e dal moto del fruitore.

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design e realizzazione: Vincent Wolterbeek / analisi e programmazione: Rocco Barisci